I Cie riaprono ai giornalisti

Era bastata una circolare, datata primo aprile 2011, al fu governo Berlusconi per chiudere le porte dei Cie e dei Cara all’informazione italiana. All’inizio dell’emergenza sbarchi dovuta alle primavere arabe Maroni decise che quelli non erano posti per telecamere, adducendo come motivazione il numero degli immigrati e il possibile intralcio alle attività loro rivolte. I soli a potere entrare nei centri di identificazione e espulsione o in quelli per richiedenti asilo erano poche associazioni specializzate, scelte e indicate nella stessa circolare. E quel poco che trapelava non era certamente rassicurante.
Due giornalisti, subodorando una limitazione alla libertà di stampa, hanno impugnato il provvedimento presso il Tar del Lazio e fatto partire contemporaneamente, grazie alla Federazione nazionale della stampa italiana e alcuni deputati, una campagna informativa di sensibilizzazione sul problema.

Lo scorso 24 maggio il Tar del Lazio ha accolto il ricorso facendo notare che la circolare è un “chiaro ostacolo all’esercizio della professione esercitata” dai giornalisti stessi e hanno criticato la mancanza, nella circolare, di un limite temporale del provvedimento. Insomma, il Tar ha annullato il divieto e riaperto i Centri di identificazione e espulsione all’informazione.

31/05/2012
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