Meridiano d’Europa 2021: “Memory is our Future”

Una data da non dimenticare, istituita per ricordare lo sterminio di massa , un crimine contro l’umanità portato a termine nel nostro continente.
Il ricordo, indelebile nella nostra memoria, delle vite di milioni di ebrei e, con loro, tutti i “diversi” che sono stati discriminati e sterminati dal disegno nazista.
Il 27 Gennaio , Giorno della Memoria in ricordo delle vittime dell’Olocausto , Annunciamo la nuova sfida del Meridiano d’Europa , la nostra azione politica di movimento, il sogno di speranza, convivenza pacifica, accoglienza e inclusione prospettato con la costruzione dell’Europa unita.

 

 


LA MEMORIA è IL NOSTRO FUTURO

Tu descrivi te stesso come un eroe, un cavaliere. Tu non sei un eroe. Ma una cosa è sicura: tu di eroi ne hai creati. A Utoya in quella giornata di luglio, tu hai creato alcuni dei più grandi eroi che il mondo abbia mai prodotto, hai radunato l’umanità intera ”.

 

Con queste parole apparse su un post di Facebook il 1 agosto 2011, il giovane Ivar Benjamin Østebø , superstite della strage di Utoya del 22 luglio 2011 , ha scosso l’umanità intera nel desiderio di contrasto la violenza e le discriminazioni nei confronti del diverso.

Da quella strage, che ha profondamente ferito il cuore dell’Europa, sono ormai passati dieci anni e proprio a partire da quel fatto abbiamo generato il percorso del Meridiano d’Europa , forti della volontà di far camminare ancora con noi i sogni delle giovani vittime di Utoya e della convinzione che il miglior antidoto alla violenza sia una comunità di giovani che, collettivamente, si educano alla democrazia, al pluralismo e alla partecipazione. Il sogno europeo fa i conti con la violenza fin dalle sue origini: l’UE altro non sorge che dai ceneri delle violenze del secondo conflitto mondiale.

 

 

Tuttavia, nonostante la creazione dell’Unione Europea e la sua progressiva integrazione, le violenze e le discriminazioni ancora sopravvivono. Sopravvivono tra gli Stati e dentro gli Stati membri, nei gesti eclatanti e nelle parole di odio e violenza, nelle forze nazionaliste e nelle discriminazioni quotidiane.

 

 

Nella ricorrenza dell’anniversario della strage di Utoya, dopo questi mesi di fragilità e isolamento che hanno messo a dura prova la tenuta della solidarietà sociale e della comunità internazionale, vogliamo costruire insieme ai giovani un percorso di ripartenza per lontano sì che le sfide che abbiamo vissuto diventino una preziosa occasione per ricostruire un’Europa della solidarietà, del pluralismo e della differenza.

 

 

Per avviare questo percorso ci sembra quindi fondamentale mettere al centro due parole chiave: Memoria e Futuro.

 

La Memoria come antidoto alla violenza e all’odio, quella memoria di fatti del passato, recente e lontano, che hanno segnato la storia d’Europa, oltre che la storia di un singolo Paese; sarà un elemento imprescindibile in questa ripartenza. Il valore della memoria come strumento di integrazione politica, sociale e culturale è stato inoltre evidenziato anche dallo stesso Parlamento Europeo con la Risoluzione del 19 settembre 2019 “sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”.

 

 

Il Futuro, quel futuro dell’Europa che ha interessato il nostro progetto in numerose edizioni, di cui i cittadini europei spesso sentono di aver bisogno e a cui sembra finalmente guardare la Conferenza sul Futuro dell’Europa. Il Parlamento Europeo ha infatti dichiarato che “10 anni dopo l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, 70 anni dopo la dichiarazione Schuman e nel contesto della pandemia di Covid-19, i tempi siano maturi per ripensare l’Unione Europea”.
Questo percorso, che durerà due anni a partire dall’autunno 2020, può essere per tutti i cittadini europei un’occasione di riforme istituzionali e non solo.
Il Parlamento ha ribadito infatti il ruolo centrale dei cittadini nella definizione delle priorità e all’interno di un processo realizzato dal basso verso l’alto, trasparente, inclusivo, partecipativo ed equilibrato.

Per ripartire dunque insieme e in bilico tra passato e futuro, abbiamo scelto come simbolo della nostra riflessione Ventotene: l’isola simbolo della rinascita europea, da poco riconosciuta come luogo della memoria europea e dove, nel 1941, i confinati Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni scrissero il “Manifesto di Ventotene: per un’Europa Libera e Unita”.

 

 

Dietro al Manifesto di Ventotene non vi era solo una speranza di integrazione, ma anche la volontà di costruire uno spazio di pace e solidarietà antifascista e libero.
 Quella di oggi non è ancora l’Europa immaginata dai tanti padri fondatori, poiché spesso è mancato il coraggio di fare dell’Europa un organismo politicamente integrato e con una visione comune: in questo senso l’apertura della Conferenza può essere un’occasione senza precedenti.

 

A partire dunque dall’anniversario della strage di Utoya e passando per Ventotene, culla del sogno europeo, il nostro è un viaggio simbolico che, dal passato lontano e recente, vuole porre le basi per l’Europa di domani.
 Il percorso educativo del Meridiano d’Europa si compone di quattro fasi:

-il percorso educativo preparatorio, con cui approfondire insieme ai giovani i principi cardine dell’Europa

-il viaggio simbolico, staffetta di eventi sul territorio nazionale tra il 25 aprile e il 9 maggio, attraverso i quali i giovani partecipanti avranno modo di animare il loro territorio condividendo con i cittadini le loro riflessioni sulla memoria e le loro speranze per un futuro di maggiore solidarietà in Europa; la rielaborazione dell’esperienza e un incontro finale. Questo progetto educativo si propone lo scopo di incoraggiare la partecipazione dei giovani alla costruzione di un’Europa democratica, solidale e inclusiva, contribuendo così, a livello più generale, a combattere ogni forma di intolleranza e a promuovere una cultura europea della pace e della multiculturalità.

 

 

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27/01/2021
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