Youth Creativity for Europe a Tomar!

L’eccitazione di prendere un aereo dopo mesi di pandemia tardava a farsi sentire. Il grigio di Torino, i mille impegni tra università e lavoro ci rendevano difficile l’idea di essere pronti per un viaggio: il progetto Erasmus+ Youth Creativity for Europe, dopo i giorni a Boves e a Torino, sarebbe proseguito in Portogallo.

Il 17 ottobre è arrivato, e sette ragazzi la mattina presto si sono trovati ad aspettare un autobus diretto a Malpensa, con gli occhi ancora stropicciati dal sonno.

Dopo un lungo viaggio (Torino-Malpensa, Malpensa-Lisbona, Lisbona-Tomar) siamo giunti alla nostra destinazione, una città medioevale persa tra Lisbona e Coimbra circondata da colline e foreste e, per la gioia di tutti, dove i venti gradi centigradi regnavano ancora sovrani.

Qui abbiamo incontrato i nostri compagni di avventura, alcuni già conosciuti, che ci hanno abbracciati calorosamente, e alcuni nuovi, che ancora timidi ci hanno stretto la mano sperando di memorizzare i nostri nomi.

Dopo la prima serata passata a riprendersi dai tanti chilometri percorsi, è iniziata la nostra settimana. Ci siamo ritrovati tutti in uno spazio stupendo con un’enorme vetrata che dava sul fiume e sul verde che caratterizza Tomar, pronti a metterci in gioco per perseguire gli obiettivi di cui avevamo tanto discusso prima della partenza.

Il tema che volevamo sviscerare in quei giorni era quello della memoria europea, ma se durante l’estate ne avevamo discusso più dal punto di vista critico e teorico, questa volta il nostro intento era di creare forme artistiche per esprimere le nostre conclusioni.

Le nostre giornate iniziavano dopo una generosa colazione all’ostello; ci ritrovavamo negli spazi dell’associazione che ci ospitava, Gerar Oportunidades e dopo qualche energizer per prepararci alle attività andavamo a trattare il tema del giorno.

Inizialmente ci siamo soffermati sulla dimensione personale del tema, presentando degli elementi della nostra memoria in senso performativo; in seguito ci siamo confrontati su simboli, persone e luoghi della memoria europea, unendo le conoscenze proprie di ogni Paese che partecipava allo scambio: Italia, Portogallo, Germania, Irlanda, Estonia e Polonia.

Sono poi iniziati i workshop riguardanti il teatro, la musica e le graphic facilitations, che ci hanno fatti mettere in gioco riscoprendo lati creativi di noi. Dopo queste prove abbiamo dovuto scegliere l’ambito in cui metterci in gioco per creare un evento pubblico da portare in scena l’ultimo giorno, aperto alla comunità di Tomar e che fosse rappresentativo di tutto ciò su cui avevamo lavorato e riflettuto in quei giorni.

Il gruppo teatro, il gruppo musica, il gruppo grafico, insieme alla logistica e ai video makers hanno creato delle performance che poi abbiamo messo in scena grazie alla collaborazione di tutto il gruppo alla presenza di alcuni cittadini. E’ stata davvero una grande soddisfazione, perché nonostante le difficoltà di lavorare con persone che non condividono il tuo stesso background culturale siamo riusciti a trovare un punto d’accordo su cosa è l’Europa per noi. In particolare, il gruppo di musica ha creato delle armonizzazioni vocali sulla cui base è stato letto il preambolo della Carta Europea dei Diritti dell’Uomo. Il gruppo di teatro invece ha messo in scena una riflessione sui confini interni ed esterni all’Unione, attraverso monologhi e movimenti molto potenti.

L’ultimo giorno salutarsi è stato molto difficile, il gruppo era unito e abbiamo avuto modo di intessere rapporti più profondi con tutti coloro che ci accompagnavano dalla prima parte dello scambio, ma abbiamo indubbiamente portato a casa la sicurezza di aver raggiunto il nostro scopo, ovvero creare una rete europea di contatti.

13/11/2021
Articolo di