Voto anche io. No tu no! Perché no?
Le elezioni del 25 settembre saranno un voto inedito per il Parlamento, istituzione sovrana della nostra Repubblica, perché in seguito alla riforma costituzionale del 19 ottobre 2020 il Parlamento ha visto ridurre il numero di deputatз e senatorз, rispettivamente da 630 a 400 e da 315 a 200.
Questa riduzione avrà come naturale conseguenza una generale riduzione della rappresentanza del Parlamento, soprattutto per chi non rappresenta già forti poteri economici e politici.
Ma questo non è l’unico elemento che rende discutibile la rappresentatività delle prossime elezioni: qualunque sarà il risultato, avrà escluso fette di popolazione residente, giovane soprattutto, che quotidianamente vive e contribuisce alla vita economica, sociale e culturale del Paese.
Alcuni che formalmente hanno diritto di voto saranno impossibilitati a esercitarlo: si tratta di studentɜ e lavoratorɜ fuori sede, che secondo l’Istat circa 5 milioni di elettorɜ, il 10 per cento degli aventi diritto. Nella maggior parte dei casi si tratta di giovani tra i 18 e 35 anni, principalmente residenti al Sud. La legge italiana prevede metodi di voto a distanza paradossalmente solo per cittadinз che si trovano all’estero, ma è l’unico Paese d’Europa, a parte Malta e Cipro, a non consentire forme di voto a distanza all’interno dei propri confini, e gli sconti sui mezzi di trasporto non sono di certo una misura sufficiente o adeguata.
Altrз vedono ancora formalmente negato il diritto al voto: si tratta delle persone senza cittadinanza. Secondo l’Istat lɜ minorenni nati in Italia da genitori non italiani sono oltre un milione, ma solo il 22, 7% è riuscito ad acquisire la cittadinanza e anche tra lɜ residenti da più di 10 anni non tuttɜ sono riusciti a superare la giungla burocratica e i requisiti di reddito necessari. Lɜ potenziali beneficiarɜ dello Ius Scholae, invece, sarebbero invece 280 mila. Persone che studiano e lavorano e che non hanno la possibilità di scegliere chi e come gestirà le risorse a disposizione e farà scelte cruciali sul futuro di questo Paese.
Un’ultima categoria che in altri paesi è stata attivamente coinvolta nella partecipazione elettorale è quella dellɜ sedicenni. Le persone tra i 16 e i 18 anni sono all’incirca un altro milione di persone.
Queste esclusioni colpiscono in particolare la popolazione giovanile, che già nel nostro Paese è gravemente sottorappresentata (lɜ under 35 sono circa il 21%, in costante calo) e generalmente sfiduciata nei confronti della classe politica e del valore della partecipazione elettorale. Ultimo colpo è stata la bocciatura dei referendum su cannabis e eutanasia che avevano avuto un grande successo nella fase di raccolta firme.
Non coinvolgere la popolazione giovanile, anche alla luce di alcune sfide come quella della crisi climatica, che colpisce e colpirà sempre più le generazioni future, e della generale tendenza all’astensionismo e alla sfiducia verso la politica, compromette fortemente la salute e la credibilità della nostra democrazia, e deve essere percepito come un problema per tuttɜ lɜ cittadinɜ e non solo per le persone escluse.
Per tutti questi motivi nella giornata elettorale del 25 settembre, oltre ad esercitare il diritto di voto e promuovere la partecipazione, vogliamo mettere sotto i riflettori questo tema: un seggio elettorale simbolico rivolto a tuttɜ coloro che avrebbero voluto votare ma non possono, sarà installato in via Roma all’angolo con Via Principe Amedeo dalle 9 alle 18, dove sarà possibile lasciare un pensiero.
In mattinata si susseguiranno gli interventi di persone e realtà che vorranno aderire e contribuire pubblicamente alla riflessione e all’iniziativa.
All’iniziativa aderiscono: Fondazione Benvenuti in Italia, Generazione Ponte, UDU – Unione degli Universitari, Rete per la Riforma della Cittadinanza e Associazione Donne Africa Subsahariana e II Generazione.