Un murales dedicato a Bobby Sands

 

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta di angoli di Torino, interessati da progetti di riqualificazione urbana messi in atto attraverso l’arte. Vi raccontiamo la storia di Bobby Sands, alla cui figura è stato dedicato un murales nel quartiere Borgo Dora.

 

Il 5 maggio del 1981, nella prigione speciale di Long Kesh in Irlanda del Nord, dopo un lungo sciopero della fame, moriva Bobby Sands.
Sands fu il primo fra gli attivisti detenuti a sacrificare la propria vita per la causa repubblicana. Entró nell’Ira (Irish Repubblican Army) a 18 anni e venne piú volte arrestato per detenzione di armi da fuoco e attentati dinamitardi. Da detenuto lottò contro il regime carcerario attuato in quegli anni.
Una condizione durissima, raccontata nei suoi diari, in cui le descrizioni dei famigerati Blocchi H facevano pensare ai lager nazisti.

 

La Gran Bretagna in quegli anni introdusse durissime leggi speciali; tra le disposizioni contenute nell’Emergency Provision Act, la più importante era quella sull’istituzione di tribunali speciali, le cosiddette Diplock Courts, costituite da un unico giudice competente per i reati di terrorismo e prive di giuria.
Venne inoltre previsto l’ampliamento dei poteri di arresto e di perquisizione attribuiti alla polizia e ai militari; il prolungamento del fermo di polizia sino a 72 ore senza l’obbligo di fornire alcuna giustificazione da parte dell’autorità giudiziaria; la presunzione di colpevolezza nel caso di possesso illegale di armi e l’accettazione di testimonianze senza possibilità di interrogatori o confronti. A questi provvedimenti furono affiancate condizioni di detenzione e di interrogatorio durissime. Così nel 1981 un numero di appartenenti all’IRA iniziò lo sciopero della fame per riottenere lo status di prigionieri politici.
La protesta cadde nel vuoto, Margaret Tatcher non cedette alle loro richieste e dieci di loro morirono di fame, primo dei quali Bobby Sands.
Morti che si andarono ad aggiungere a quelli del 1972 nella domenica che passò alla storia come Bloody Sunday. Il 30 gennaio di quell’anno, a Derry, nel corso di una manifestazione per i diritti civili, l’esercito sparò sulla folla colpendo decine di civile e uccidendone 13.


Il 30 gennaio ricorreva l’anniversario della strage e anche Torino ha voluto ricordare questa triste pagine di storia, utilizzando però un registro artistico particolarmente originale che, oltre alla memoria, avesse anche la funzione di riqualificare una zona urbana della città. Così ha chiamato a raccolta un gruppo di artisti per la realizzazione di un murales di grandi dimensioni, optando per una forma d’arte per altro molto diffusa proprio nelle zone teatro degli scontri tra irlandesi e inglesi.   

 

I murales, a differenza dei graffiti, sono dipinti che non sono necessariamente legati a un “lettering”,  sono nati da movimenti di protesta e come libere espressioni creative della popolazione contro il potere.

 

Quello di Borgo Dora infatti omaggia le quattro stagioni della vita di Bobby Sands, simboleggiate da un boccale di birra e da tre cilindri. Sotto ognuno dei quattro soggetti troviamo simboli di pace, fortuna e tolleranza, come il trifoglio, l’Easter lily o l’allodola simbolo di libertà.

Le allodole presenti nell’opera  rappresentano gli altri nove soldati dell’Ira, anch’essi morti durante lo sciopero della fame.
Questo murales è l’ultimo, in ordine di tempo, ad aver trovato posto a Parco Dora, uno spazio che è divenuto, negli anni, un vero e proprio museo a cielo aperto per la street art torinese. L’opera ricca di colori, porta la firma di Max Gatto, Ludwig Dolo e il basco XTRM: il loro lavoro nasce dall’ambito di un progetto dell’associazione culturale Fiori di Ciliegio, in collaborazione con l’associazione di writer Artefatti e con il contributo della Città di Torino e della Consulta Regionale dei Giovani.

 

16/02/2015
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