Torino non dimentica: il racconto degli alunni

Lunedì 18 dicembre, gli allievi della classe IV D odonto, accompagnati dalla prof.ssa Sandrucci, si sono recati alla Fabbrica delle E per partecipare ad un’assemblea riguardante l’immigrazione. Il luogo scelto per l’assemblea, la Fabbrica delle “E” sede del Gruppo Abele, coniuga nel suo nome la memoria del suo passato (un ex capannone industriale che fino agli anni Settanta ospitava l’azienda Cimat) e l’impegno del suo presente: infatti la lettera “E” specifica la volontà di trasformare le “O” che nella quotidianità dividono, etichettano e generano esclusione, in “E” capaci di promuovere incontro, scambio, impegno, solidarietà e giustizia.

 

La data scelta per l’evento è altrettanto significativa, infatti l’assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2000 ha proclamato il 18 dicembre “Giornata Internazionale per i diritti dei migranti”. Dieci anni prima era stata approvata la “Convenzione per la promozione dei diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie”, che ad oggi è stata firmata solo da 47 paesi. L’Italia non è fra questi, come pure il resto dei paesi dell’UE. L’assemblea è iniziata con la consegna a Fabio Versaci, trentenne Presidente del Consiglio Comunale di Torino, delle 1200 firme raccolte per chiedere l’intitolazione di un luogo pubblico alle “vittime del 3 ottobre”, in ricordo del terribile naufragio del 2013 che ha causato la morte di centinaia di migranti. Poi è stata la volta di Gennaro Giudetti, un giovane volontario dell’ONG tedesca Sea-Watch, con la quale ha girato tutto il mondo e ha spesso soccorso i migranti in pericolo al largo della Libia. Nel raccontare la sua drammatica esperienza ha più volte ripetuto che non si considera un eroe, semplicemente si sentirebbe “complice” se non facesse qualcosa per contrastare la guerra e le sue conseguenze. Nonostante tutti gli orrori a cui ha assistito negli ultimi anni, le sue parole trasmettono gioia di vivere ed entusiasmo.

 

Infine ha parlato Tareke Brhane, trentaduenne originario dall’Eritrea, Presidente del Comitato 3 Ottobre. Tareke ci ha narrato quanto ha sofferto, dall’età di 17 anni, per il suo lungo e straziante viaggio dall’Eritrea all’Italia e quanto ha dovuto aspettare prima di poter attraversare il mare e arrivare vivo nel nostro Paese. I “barconi” degli scafisti sono spesso in cattive condizioni e stracolmi di donne, bambini e adolescenti disposti a rischiare la vita pur di raggiungere l’Italia. Tareke ha tentato la traversata per due volte: il primo tentativo fallì perché furono intercettati dalla guardia costiera libica e riportati indietro, mentre nel secondo furono trovati da una nave passeggeri che chiamò i soccorsi. Dopo una lunga attesa, Tareke ha ottenuto il permesso di soggiorno in Italia e da quel momento per lui è iniziata una nuova vita, fatta di continue scoperte. Ha dovuto imparare la nostra lingua e adesso ne parla ben cinque. Attualmente vive a Roma, dove lavora come mediatore culturale, è felicemente sposato e ha due figli.

 

Lo scopo dell’assemblea non è stato solo quello di commemorare le vittime innocenti dell’immigrazione, ma anche di vedere quest’ultima da diversi punti di vista, grazie alle testimonianze dirette che abbiamo potuto ascoltare. Si è anche cercato di far capire come spesso nei media l’immigrazione venga presentata solo come un problema di chi “accoglie”, senza dare spazio ad una visione più realistica, fatta di storie e di persone piuttosto che di numeri.

 

Gli allievi della IV D odonto dell’IPIA Plana di Torino: Federico, Alexander, Matteo, Beatrice, Rebeca, Loris, Mattia, Chiara, Luca, Daniele, Alessandro, Ilaria, Simone

Torino, 20 dicembre 2017

02/01/2018
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