Nelle nostre ore di Libertà – Boves 2024

La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.”
[Costituzione art. 27]

 

Cittadini! Il reato è una colpa! Chi lo compie si chiama colpevole e chi ruba una mela finisce in galera.
[…] Eppure, cittadini, molti di voi leggeranno un’oggettiva sproporzione tra l’idea di reato e il furto di una misera mela.
Allora vi pongo il quesito in maniera diversa. Avere fame è un reato? Certamente no.
Perciò in una società nella quale vi fossero mele per tutti, chi ruba una mela lo farebbe per accumulare mele e affamerebbe i poveri derubati. E io sono sicuro che affamare la gente è reato.
Ma in questa società solo una parte dei cittadini possiede la mela, mentre il resto ha solo fame.
Perciò io vi dico che in questa società è un reato possedere la mela!

[Ascanio Celestini – Pro Patria]

 

 

 

Il campo di Boves, appuntamento storico del nostro movimento,  quest’anno si terrà dal 17 al 21 luglio e coinvolgerà moltɜ giovani da tutta Italia in un confronto sull’idea di giustizia e di legalità egemone in questo momento storico. Si partirà in particolare dalle pratiche per far rispettare la legge e dall’approfondimento dello strumento della detenzione in carcere. Infatti nonostante la Costituzione faccia esplicitamente riferimento alla pluralità delle pene, il carcere sembra essere la sola e unica risposta possibile.

 

Nel 2013 la Corte Europea dei Diritti dell’uomo ha condannato l’Italia, nella storica “Sentenza Torreggiani”, a risarcire sette uomini che avevano denunciato le condizioni detentive al limite dell’umano che avevano dovuto sopportare. Si individua nel sovraffollamento una condizione strutturale, a cui dover porre rimedio, eppure i numeri delle persone detenute in carcere in Italia continuano lentamente, a crescere ben oltre la capienza ufficiale. Senza considerare la violenza e la sofferenza che viene esercitata all’interno: ne sono un esempio eclatante i fatti avvenuti presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere dove quasi 300 detenuti inermi hanno subito una rappresaglia attraverso l’utilizzo della violenza fisica e psicologica da parte degli agenti in servizio. E ancora: secondo i dati raccolti da Antigone, il 2022 è ad oggi l’anno con più suicidi in carcere di sempre. Questi possono sembrare dei casi isolati ma sono solo alcuni degli esempi che dimostrano un sistema che ha tradito le premesse scritte dai padri e dalle madri costituenti e che è incapace di svolgere il ruolo rieducativo, se pensiamo all’alto tasso di recidiva dei detenuti che passano dal carcere, o alla prevalenza di tragiche condizioni socio-economiche e culturali nelle biografie dei detenuti, che spesso il carcere non fa altro che peggiorare.

 

Uno Stato di diritto che si definisce tale non può ignorare lo stato di salute delle proprie carceri. Queste ultime sono espressione del sistema complesso di idee e pratiche della vita democratica.

 

A partire da queste premesse il campo di Boves, con lɜ ospiti che interverranno, i dibattiti e le attività proposte, sarà l’occasione per analizzare lo stato dell’arte e le possibili forme di prevenzione e alternativa: ha ancora senso questo genere di sistema? A quale idea di essere umano e società corrisponde? Conosciamo le alternative esistenti? E come si può prevenire ed evitare che il carcere perpetui semplicemente le discriminazioni della nostra società?

 

Tutte le riflessioni saranno poi contributi utili per tutte le forme di attivismo e impegno civico e politico delle persone e delle associazioni partecipanti.

09/07/2024
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