Impressioni di Scampia: Libera in Goal

libera in goal a scampia

Durante il week end appena trascorso si è tenuta l’edizione 2014 di Libera in Goal, organizzata dalle associazioni Rime di Trieste e Vodisca di Napoli. Da Torino abbiamo portato giù una squadretta formata da Diego, Gianca, Bacche e Paolo e Simone del Mira Gec di Fiori. Proprio a questi ultimi abbiamo chiesto di scrivere le loro impressioni su questo viaggio, sul torneo e, soprattutto, su Scampia. Ecco i loro diari:

Paolo Condorelli

Mi presento mi chiamo Paolo, sono del miragec di fiori e scrivo per raccontarvi la mia esperienza a Libera in Goal di quest’anno. Arrivati alle 21:30, stanchi dal lungo viaggio, abbiamo capito immediatamente il clima della manifestazione: ad aspettarci tre tavolate di amici arrivati a Scampia per partecipare al torneo, molti dei quali appartenenti alla rete WeCare. 75 giocatori per un totale di 13 squadre pronte a darsi guerra sul campo ma a stringersi la mano subito fuori, per dimostrare che il calcio quello fatto per dare l’esempio è il più bello ed emozionante. Sopravvissuti a stento alla prima notte a causa dell’assenza delle camere della tenda nel bagaglio, facciamo una colazione eccezionale e ci prepariamo a giocare. A causa del poco allenamento ed essendo ancora reduci dal viaggio il team ACMOS abbandona le chance di vittoria già la prima mattina uscendo come ultimi del girone C. Consapevoli che il vero scopo del torneo non era di vincerlo ma partecipare, usciamo mezzi rotti ma con il sorriso per continuare. Andiamo a pranzo in un luogo incantevole ma visibilmente abbandonato da tempo, affidato da poco ad una associazione di donne chiamata “Kumpania” che ci ha offerto un pranzo gustosissimo inaugurando il ristorante. L’edificio presenterà nel piano inferiore un auditorium/teatro per avvicinare la gente del posto alla cultura e per prendersi un altro pezzo di Scampia dalla camorra. Subito dopo il pasto ci rechiamo a Chiaiano davanti alla purtroppo famosa cava di tufo sopra la quale doveva sorgere la discarica, la cui costruzione è stata fermata dopo una dura lotta della popolazione locale. In questo posto fra un anno sorgeranno le fattorie VodiSca, un progetto simile alla nostra cascina Caccia, in cui sorgerà un ciliegeto a cui ogni albero è stato assegnato un nome da ognuna delle associazioni presenti. Il ciliegio di ACMOS attende ancora il suo nome perché non ci sembrava giusto scegliere da noi la figura da dedicare all’albero con la promessa di tornare il prossimo anno con un personaggio ben pensato. Qui abbiamo assistito al rilascio di 4 uccelli, infatti all’interno delle fattorie ci saranno attività scolastiche tra le quali il bird-watching e l’adozione di uccelli da parte dei ragazzi che vi parteciperanno. Il senso del progetto è quello di far imparare e allo stesso tempo divertire i ragazzi tutto sotto la luce della legalità. Dopo una cena nella libreria Marotta&Cafiero andiamo a letto non più sotto la nostra sgocciolante tenda per colpa della pioggia ma sotto un gazebo che si rivelerà più fatale della tenda il giorno dopo. La mattinata del 6 settembre inizia con i quarti di finale e prosegue con la nostra prima vittoria contro la squadra della guardia forestale, vittoria che ci ha concesso l’intitolazione di “più forte tra le scartate”. Il pomeriggio lo passiamo al teatro di Scampia. Per colpa del maltempo non siamo riusciti a raggiungere il bene confiscato che dovevamo visitare, ma abbiamo sopperito questo problema grazie all’incontro con Daniela Minardi che ci ha spiegato cosa vuol dire gestire un luogo del genere in terra di camorra. Successivamente ci rechiamo nella sede di un caffè letterario per la presentazione di un libro di sociologia sul calcio e la testimonianza dello zio di Ciro Esposito, vittima della violenza negli stadi, e di un presidente dell squadra di Quarto, un paese vicino Napoli, in cui la camorra aveva trovato un modo per estorcere soldi agli imprenditori locali sotto forma di sponsor. Oggi Quarto è stata trasformata in una squadra per la legalità ed il fair-play dentro e fuori dal campo. Il giorno dopo conosciamo la vincitrice del torneo, ovvero la squadra di Verbania che batte in finale i favoriti della famiglia Landieri, parenti di Antonio, vittima innocente di mafia che a dieci anni dalla morte ispira ancora al quartiere la voglia di resistere. Il resoconto del torneo e quindi positivo, personalmente mi sono divertito e ricorderò questa come una delle più importanti esperienze della mia vita, in cui ho conosciuto ragazzi con la voglia di cambiare e che sono stufi dell’indifferenza generale, ragazzi che ci mettono la faccia quotidianamente per dimostrare che insieme da tutta Italia si può debellare la mafia ed ogni altro problema di questo paese. Per ognuno di loro segnamo un goal mentre la mafia resta a zero.

Mi chiamo Simone e faccio parte del Miragec di Fiori. Quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare a “ Libera in goal “, tornei di calcio a Scampia a cui hanno partecipato, tra gli altri, associazioni facenti parte del “We Care”. Nelle giornate di soggiorno oltre che giocare a pallone abbiamo conosciuto la storia della città. Abbiamo conosciuto una ragazza di nome Daniela che si occupa di gestire un bene confiscato alla mafia. Ci ha raccontato tutti i loro problemi, le intimidazioni e le minacce ricevute . Le persone a Napoli si sono stufate di essere minacciate dalla mafia, si è formata una coscienza civile e si sono formati sportelli anti camorra. Noi stavamo all’ “Arci Scampia”, una società calcistica che punta a togliere bambini e ragazzi dalle strade e che da anni cerca di insegnare ai bambini e ragazzi del quartiere ,tramite il calcio, a crescere diventando persone oneste e responsabili. Mi è piaciuto in questi giorni conoscere persone che vengono da realtà diverse conoscendo la loro storia e le loro difficoltà.

09/09/2014
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