La Scuola di Quartiere dal punto di vista dell’amministrazione locale

Raccogliere, da punto di vista dell’Amministrazione, le fila dell’esperienza “Scuola di quartiere” ha rappresentato una rara occasione di immersione in una realtà territoriale e scolastica di comunità viva e propositiva.

Negli ultimi anni, anche a seguito degli indirizzi di lavoro espressi dal Ministero dell’Istruzione, è stato in più occasioni espresso il pensiero della centralità della comunità educante nell’accompagnamento del percorso di crescita e di costruzione dell’identità come cittadini dei ragazzi e giovani che abitano le nostra scuole. L’esperienza della “Scuola di quartiere” ha rappresentato un momento di ricca, concreta ed operativa riflessione sull’argomento, radicata territorialmente, ma allo stesso tempo stimolo e pungolo alla riflessione per uno sguardo più ampio.

Che cos’è una comunità educante? Non solo persone che giocoforza (e talvolta loro malgrado) si trovano a gravitare attorno ad un luogo e ad individui in formazione, ma uno sguardo coordinato e differenziato (anche in maniera critica) verso la costruzione di un futuro. Futuro nel quale la parola non può che essere data a tutti. Ben venga allora uno spazio di discussione e confronto, nel quale tracciare confini, immaginare alleanze e legami, garantire la partecipazione e lo spazio di visibilità dei diversi approcci e punti di osservazione. In questo, la “Scuola di quartiere” è stata un esempio di confronto, anche acceso e divergente, ma fruttuoso di idee e di prospettive. Fra tutte, di particolare suggestione l’idea di condividere un vocabolario della comunità educante, dove i significati siano co-costruiti a più mani, passando dall’immaginazione alla concretezza dell’azione.

Altro punto focale dell’esperienza è stata la riappropriazione dello spazio pubblico dell’edificio scolastico e delle sue pertinenze come luogo di incontro della comunità territoriale: un plauso in questo al Dirigente Scolastico, che ha saputo armonizzare il rispetto delle norme con la fantasia progettuale e la visione ideale di una comunità che educa. In tempi in cui si ragiona sulle città dei 15 minuti, in cui lo spazio pubblico ritorna ad essere il luogo della partecipazione della comunità, gli spazi della scuola vissuti e vivibili dalla comunità educante assumono un valore particolare. La scuola, in questo senso, diventa fulcro dell’incontro della comunità scolastica, nel suo riconoscersi come luogo di educazione e confine entro cui l’educare diviene azione e pensiero.

In questo ambito, l’Amministrazione scolastica non può non immaginare di essere partner e parte in causa, soprattutto nella misura in cui pensare, favorire, stimolare la partecipazione necessità di orizzonti sì locali e situati, ma anche ampi e multifattoriali. La testimonianza dell’esperienza della “Scuola di quartiere” può configurarsi come esempio virtuoso di territorio che dialoga, di comunità che si riconosce. Molto resta ancora da fare. Per dirla con Danilo Dolci “ciascuno cresce solo se sognato”: Siamo già oltre il sogno, sta a noi rilanciare l’azione.

Elena Cappai – Dirigente Tecnico dell’Ufficio Scolastico Regionale & Dirigente Scolastico

11/02/2022
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