Il padre d’Italia

Paolo (L. Marinelli) consegna mobili a domicilio, vive nella periferia di Torino e ha una relazione ormai alla frutta. Una sera, in discoteca, gli sviene di fronte Mia (I. Ragonese), che è pure incinta. Da quel momento, con l’ingresso della donna nella vita dell’uomo, le cose non saranno più le stesse. Comincia un viaggio che li porterà, prima a Roma, poi a Napoli e fino in Calabria e Sicilia, alla ricerca, si spera, del padre della bambina che Mia porta in grembo. Anche perchè la ragazza non sembra molto sicura di conoscere l’identità del papà della nascitura.

Coppia mal assortita, Paolo e Mia non potrebbero essere più diversi: lui taciturno, solitario, pragmatico; lei impulsiva, solare, insicura e arrabbiata col mondo. Insieme per qualche giorno, sogneranno un avvenire diverso per sè e per la bimba che arriverà.

Secondo film di finzione (dopo “Il sud è niente”) per Fabio Mollo, “Il padre d’Italia” è difficile da classificare: mescola il road movie, con la favola e il romanzo di formazione, passaggi efficaci (la visita all’orfanotrofio, i famigliari calabresi di Mia, l’acquisto dell’abito a Napoli), con altri meno riusciti. Al netto dell’inverosimiglianza della vicenda, Mollo ha il coraggio di raccontare una storia possibile dell’Italia di oggi, dove Paolo è il contraddittorio prisma che racchiude il desiderio di paternità e la difficoltà di stare al mondo in mezzo agli altri. Marinelli lo interpreta sotto le righe e con rara finezza, rendendolo credibile nella sua apparente goffaggine. Ottima scelta musicale della colonna sonora, cornice indispensabile del racconto della vicenda.

Da guardare!

 

16/03/2017
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