Il condominio dei cuori infranti

In una periferia parigina disagiata c’è un condominio fatiscente, popolato da personaggi surreali. Tra questi c’è il signor Sterknovitz, che si è lesionato le gambe in un incidente domestico assurdo; poi giunge l’attrice di mezza età Jeanne (I. Huppert), che fa amicizia con l’adolescente Charly, suo dirimpettaio. Mentre Sterknovitz cerca di corteggiare nelle ore notturne un’infermiera (V. Bruni Tedeschi), fingendosi un fotografo esperto, avviene un fatto nuovo: piomba sul tetto dell’edificio un modulo spaziale e ne esce un astronauta americano (M. Pitt), che non parla una parola di francese, e viene accolto in casa, con notevoli iniziali problemi di comunicazione, da un’anziana donna algerina, che ha il figlio in carcere. Per qualche giorno, questo girotondi di incontri, spiazzerà la vita dei protagonisti, a loro modo tutti alienati nella propria solitudine.

Con un tono grottesco e surreale che ricorda il cinema di Kaurismaki, il film di Samuel Benchetrit si fa ricordare per i personaggi buffi e umani al tempo stesso, sofferenti nella loro ricerca di vitalità, un po’ provati dalla vita, ma non ancora del tutto rassegnati. Citando sullo sfondo il cinema (da “Todo modo” di Petri, a “Die Hard” con Bruce Willis), tocca vari temi: l’amore non corrisposto e quello cercato, l’accoglienza, il rapporto madri-figli, il desiderio di sentirsi accettati dagli altri. Piccola favola di periferia, con un umorismo molto francese e un affetto per i personaggi, esplorati da molto vicino e con tenerezza.

31/03/2016
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