Il bambino nascosto

Gabriele Santoro (S. Orlando) è un maestro di musica, arrivato alla mezza età e archiviati i sogni di grande pianista, vive solo a Napoli, in un quartiere malfamato e dà lezioni private al pianoforte. Una mattina irrompe in casa Ciro (G. Pirozzi), dodicenne del piano di sopra, forse coinvolto in uno scippo, che ha bisogno di aiuto: deve nascondersi. Ciro ha un padre (S. Striano) che lo cerca, per rimettere a posto la situazione. Col passare dei giorni veniamo a conoscenza di nuovi dettagli, anche della vita di Gabriele, che ha un fratello (G. Imparato) e un padre anziano (R. Herlitzka), entrambi magistrati. Gabriele contro ogni logica di buon senso accetta di proteggere Ciro, pur non essendo abituato ad avere a che fare un ragazzino, a costo della sua stessa incolumità.

Roberto Andò porta al cinema una vicenda ispirata al suo omonimo romanzo, edito da La nave di Teseo. E’ una storia che affronta tanti temi, in primis quello irrisolto del rapporto genitori-figli, che metaforicamente coinvolge quasi tutti i personaggi. Parla anche di tenerezza, ferocia, paura, senso di colpa, solitudine, ineluttabilità della vita, rabbia, forse espiazione. Probabilmente la battuta che riassume il film la pronuncia il vecchio padre del protagonista.

Lo sguardo di Ciro (così convincente Giuseppe Pirozzi) fa sorridere, commuovere e riflettere a seconda delle scene. Silvio Orlando magistrale.

Colonna sonora che alterna musica da pianoforte a canzoni napoletane, di oggi e di ieri.

04/11/2021
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