Covid, adolescenza e benessere

Durante questi ultimi anni sono successe talmente tante cose che è difficile persino pensare di averle vissute, prima fra tutte una pandemia.

Questo Mostro è piombato improvvisamente nelle nostre vite e non se ne è andato per ben due anni (più di quanto durano molte relazioni!) condizionando la nostra routine, modificando totalmente il nostro modo di approcciarsi con le persone, con il lavoro, con la scuola e con il futuro.

Tra le persone psicologicamente più colpite e lasciate in disparte ci siamo noi ragazzi che abbiamo dovuto affrontare da un giorno all’altro, non solo i nostri “comuni” (purtroppo) problemi adolescenziali, ma anche a dover cercare di sopravvivere tra didattica a distanza, isolamento, malinconia e incomprensione.

La ferita più profonda che, secondo me, ha lasciato più il segno è proprio quel senso di abbandono totale, dov’era costante la sensazione di essere totalmente soli e smarriti, senza nessun appiglio a cui aggrapparsi.

 

Personalmente ho passato dei momenti veramente terribili durante questi due anni, alcuni dei quali dovuti alla pandemia, che non ha lasciato spazio alle relazioni interpersonali -già difficili prima- o al semplice piacere di fare esperienze.

Penso anche però, che questo periodo sia servito a vedere le cose da un’altra prospettiva e prendere coscienza del mondo che ci sta attorno.

Perchè è proprio durante questo tempo di tragedie che ho scoperto me stessa e i miei interessi.

Ho capito che in realtà mi piace stare da sola, ma che apprezzo anche un gruppetto di amici fidati. Ho scoperto che mi piace scrivere e mi sono resa conto che le persone possono essere crudeli e false, ma che ne esistono altre indispensabili e gentili. Ho deciso di dare un’occhiata al mio futuro e di provare ad essere più protagonista della mia vita mettendomi in gioco.

 

Ed è sempre durante questi momenti, dando uno sguardo al futuro, che ho visto quante poche certezze ci aspettino.

La classe studentesca odierna, che sarà la futura classe dirigente, è formata da persone che dovranno far fronte a tantissime problematiche irrisolte che sono state trascinate per anni dai nostri predecessori.

Una delle tematiche più sentite riguarda la crisi climatica. Eventi e manifestazioni non bastano a sensibilizzare l’opinione pubblica. Occorrono fatti concreti e azioni mirate per non fare degenerare una situazione già più che precaria.

Spetta alla nostra generazione riparare i danni causati dalla mancanza di diplomazia, dall’egoismo, dall’ingordigia e dalla falsità delle persone che erano al potere prima di noi.

 

Abbiamo in mano un Mondo che è stato spremuto per secoli e mi chiedo se riusciremo a dare una seconda opportunità a questo frutto caduto e un po’ ammaccato o saremo solo gli insetti che si nutrono delle ultime cellule di una carcassa.

                                                       Zaira Pittarelli.

15/04/2022
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