Ciao, Nonno Sergio

Pubblichiamo il ricordo su “Nonno Sergio”, scritto dal nipote Francesco Boetto.
Ci stringiamo accanto alla famiglia di “Boe”.

Ciao, nonno Sergio

 

Viva Sergio! Perché Sergio è vita. È nato nella terra della guerra, della fame e delle montagne.
Tra i racconti, il senso del dovere, l’amore alla fatica, il legame alla montagna, il dialetto, il genio creativo del sapersi arrangiare, la passione per la terra, per il fare e per il gusto (quello personale, il più sincero). Lì, in mezzo a due folte sopracciglia nere, spolverate di bianco, mi sono innamorato della vita e dei particolari sinceri con i quali approssimare per eccesso il bello che ci circonda.

Tra le storie, gli insegnamenti e l’essere; mi rinnovo, stretto, l’augurio di aver ascoltato abbastanza.
La morte è parte della vita e tu alla morte hai ancora strappato della vita. Con la tua tremenda lucidità quando ammettevi, con un filo di voce e gli occhi da bambino, carichi di tutti i tuoi 85 anni, che “forse alcune cose che dico non hanno molto senso”. Eri lì, la malattia addosso e il coraggio di affrontarla in piena dignità; elegante.
Ci sei stato fino a che c’era fiato, con il tuo umorismo amaro da cui trapelava tanto amore.
Non voglio sentire che sei “mancato”, tu non puoi “mancare alla vita”. Sei morto, perché morire è parte della vita e te la sei mangiata fino in fondo.
Mi hai aspettato anche per farti salutare, nel nostro modo, con le nostre raccomandazioni, spero di averlo detto anche una volta di più del dovuto. Ti voglio bene nòno!
Quindi buongiorno, buona sera e buonanotte e ‘s vëddoma peui
Il tuo Bimbino

 

di Francesco Boetto

21/01/2021
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