Boves 2022: let’s not Gen(d)eralize!

“Se fossimo socialmente ambisessuali, se gli uomini e le donne fossero davvero del tutto uguali,
giuridicamente ed economicamente, uguali nella libertà, nella responsabilità e nell’autostima,
allora la società sarebbe diversa. Il nostro problema principale non sarebbe quello attuale: il
problema dello sfruttamento – sfruttamento della donna, dei deboli, della Terra.” (1988)

“Sono in arrivo tempi duri e credo che avremo bisogno di voci in grado di vedere alternative al
mondo in cui viviamo, in grado di gettare lo sguardo al di là di una società attanagliata dalla
paura e ossessionata dalla tecnologia, per scorgere altri modi di essere, o persino per
immaginare fondamenta concrete per la speranza. Abbiamo bisogno di voci in grado di ricordare
la libertà. Poeti, visionarie, realisti di una realtà più grande.”

Ursula Le Guin, I sogni si spiegano da soli

 

 

Il campo di Boves si svolgerà dal 20 al 24 luglio 2022 ed è aperto a tuttз lɜ giovani delle associazioni della rete WeCare, e ad alcunз giovani provenienti da altri paesi europei (Portogallo, Irlanda, Germania e Romania) coinvoltɜ attraverso una mobilità giovanile Erasmus+ .

Il campo si concentrerà sul sessismo e su tutte le forme di oppressione, sfruttamento e violenza di genere. Nonostante gli apparenti passi in avanti, stanno riprendendo forza come dimostrano numerosi episodi, fatti di cronaca che riempiono il dibattito pubblico.

Le aspettative sociali e le discriminazioni legate al genere riguardano infatti ogni aspetto della vita pubblica e privata: dall’abbigliamento alla cura della persona, dal linguaggio al ruolo nella vita familiare, dal mercato del lavoro alla rappresentanza politica.

 

Spesso però la risposta a questi problemi viene ridotta a singole esperienze di sopravvivenza individuale o a casi particolari che diventano notizia per un giorno e poi dimenticati, o a singole vittorie sulla parità di genere che però non mettono in discussione il sistema e la cultura più generale. In questo modo, le questioni di genere e le battaglie del movimento femminista, vengono sistematicamente e volontariamente sminuite, sottovalutate, relativizzate, rinchiuse nell’etichetta del “privato”, del “personale”, della “vittima”, e annacquate nella loro portata politica, spesso anche da parte di chi usa il linguaggio e l’immaginario femminista, o da chi si presenta come portavoce di questo movimento.

Queste discriminazioni, proprio perché così strutturali e pervasive, sono intrinseche all’educazione e radicate nella nostra cultura, per questo è necessario un processo di liberazione collettiva, di uomini e donne, a partire da un lavoro di autocoscienza. Sono inoltre strettamente correlate ad altre forme di ingiustizia, legate all’orientamento sessuale, allo status economico, alla provenienza e per questo necessitano di un approccio intersezionale in cui ciascuno è coinvolto.

 

Per questi motivi questo è un tema estremamente rilevante per lз giovani del movimento di Acmos e attraverso questo campo intendiamo risponderci ad alcune di queste domande.

Sappiamo riconoscere l’oppressione che ci pervade e il nostro sessismo intrinseco? Sappiamo definirne le forme, i mezzi, identificare gli oppressori, vedere dove e come si manifestano i rapporti di forza? Ma soprattutto sappiamo immaginare una vita e un mondo liberato da questi schemi?

In questo senso il campo non sarà solo uno strumento per condividere esperienze, approfondire e formarsi, ma anche e soprattutto un’occasione per elaborare pratiche e proposte che possano realizzarsi a livello personale e collettivo.

08/07/2022
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