
Armenia: un viaggio particolare
di Valentina Azer
È il 30 ottobre 2015 quando io, Chiara, Alice, Fabiola, Serena e Camilla prendiamo l’aereo delle 11:15 da Torino Caselle per Yerevan, Armenia. Non certo un viaggio vacanza, ma un’occasione per incontrare 36 ragazzi provenienti da Turchia, Bulgaria, Ungheria, Romania (e ovviamente Armenia) per parlare di unemployment e self-employment.
Il Progetto
Il Double Youth Exchange è solo una piccola parte di un progetto molto più ampio che è quello dell’ERASMUS PLUS. Un programma dell’UE per i settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, pensato per dare un contributo alle sfide chiave del Continente Europeo che, attraverso la strategia Europa 2020, dovrà dare risposte concrete in materia di crescita, occupazione, equità e di inclusione sociale.
L’Armenia Esiste!
L’Armenia esiste eccome, nonostante non sia uno dei paesi più citati nelle testate giornalistiche o nei nostri libri di storia è un paese ricco di storia, tradizione e cultura.
Abbiamo assaporato cibi squisiti come il pane lavash e odorato i profumi inebrianti provenienti dalle decine di fiorai che si possono incontrare per le vie principali o stradine nascoste.
Molto affascinante è stata la visita al monastero secolare di Geghard (“Գեղարդ” in armeno), parzialmente scolpito nella roccia di una montagna adiacente. Durante la visita abbiamo assistito alla performance di un coro che periodicamente si esibisce nella sagrestia ( Gavit ). Fortunatamente siamo arrivati durante la preparazione di un matrimonio, a cui abbiamo dato una mano trasportando i fiori fino all’entrata della chiesa, ricevendo anche in dono un agnello sacrificato avvolto in un pane sottile e caldo. Un’occasione fortuita, che ci ha permesso di vivere un altro momento della tradizione armena.
Inoltre, siamo rimasti a bocca aperta di fronte ai paesaggi del Caucaso disegnati da rocce scoscese, aride e selvagge, segnati dai meravigliosi khatchkhar, le croci di pietra incise come ricami sulle steli di tufo a misura d’uomo.
Abbiamo pianto “rivivendo” uno dei più atroci stermini di massa della storia al Museo del Genocidio Armeno. Una tappa che ci ha suscitato una reazione di incredulità, perché nonostante le avversità e gli eccidi che questa terra ha dovuto subire, i suoi abitanti possiedano una cordiale gentilezza, una mitezza gentile e una spontanea generosità verso l’ospite.
From unemplymento to self-employment
Le giornate, oltre ad avere momenti di visita per la città e cene interculturali dove presentare piatti tipici di ogni paese rappresentato, hanno avuto momenti di formazione, lavoro in Team e confronto sulle tematiche della disoccupazione giovanile e dell’imprenditorialità. Abbiamo analizzato dati, svolto giochi di ruolo e attività per la città. Concludendo i 10 giorni con un attestato di partecipazione per ogni partecipante.
Prossima tappa: Torino!
Il progetto continuerà a Torino, in Cascina Caccia dove alcuni ragazzi già conosciuti in Armenia e nuovi arrivati passeranno una settimana nel bene confiscato gestito da Acmos.