Aperto consolato non ufficiale di Donetsk a Torino: il commento

Un consolato “informale” e non ufficiale dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk è stato aperto alla presenza di alcuni politici locali a Torino mercoledì scorso. A presenziare, oltre a Maurizio Marrone, Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia, anche Gianna Gancia, capogruppo in Regione della Lega Nord e altri esponenti della destra torinese. L’inaugurazione è avvenuta nelle stanze della Fondazione Magellano, Fondazione dell’ex Forza Italia Angelo Burzi. “Si tratta di un piccolo passo simbolico, ma di grande valore per iniziare una collaborazione”, chiosa Marrone.

Silvja Manzi, dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, da noi intervistata, commenta così la vicenda: “come pensano di utilizzare questa postazione non è ancora chiaro, quindi si potrebbero fare solo illazioni. C’era nell’aria che avrebbero aperto questa rappresentanza ma la notizia ufficiale è arrivata solo il giorno stesso. Abbiamo fatto subito un comunicato stampa, però stiamo aspettando di capire come si evolve. Seguiamo la vicenda con attenzione cercando anche collaborazioni con altri cittadini”. Silvja ci racconta lo sviluppo dell’Associazione e il perché la stessa abbia cercato di dare voce alla notizia, passata invece sotto silenzio: “La politica di Putin, espansionista in Cecenia, poi in Georgia e ora in Ucraina, è a nostro avviso preoccupante. Siamo collegati con una serie di realtà italiane come StopFake.org, che ci hanno segnalato l’apertura di questa rappresentanza di cosiddetta repubblica di Donetsk. Non è un’operazione culturale, ma un’operazione politica, preoccupante, che potrebbe avere conseguenze rilevanti”.

Sulla presenza di Maurizio Marrone si dice ancora più preoccupata: “Marrone è stato in Donbass e si è speso per questa apertura. Siamo in parte sopresi dal silenzio in cui è passata la notizia. Non so se vi sia una sorta di ingenuità nel sottovalutare queste azioni perché siamo tutti presi dalla politica nazionale o meno, ma ciò che accade vicino alle nostre frontiere ci coinvolge direttamente. Maurizio Marrone è un Consigliere Regionale, non un semplice cittadino, quindi il ruolo istituzionale rende la sua presenza significativa.

Un’altra delle persone che ha invece seguito da vicino la vicenda ucraina è il giornalista Mauro Voerzio, tra i fondatori del sito stopfake.org. Il giornalista ha scritto un libro sull’esperienza della rivoluzione del Maidan che ha vissuto in prima persona e da quasi tre anni frequenta la prima linea della guerra in Ucraina. Anche a lui abbiamo chiesto di commentare la vicenda.

 

Qual è il significato di questo episodio, secondo lei?

“L’apertura del ‘Consolato Fake’ era un rumor che girava da almeno tre mesi ed era diventata una certezza dopo la visita di Marrone a Donetsk quando a fine settembre ha incontrato i vertici delle milizie terroriste di quella zona. Fa parte di un disegno più ampio, in realtà tutti sanno che questo “Centro di rappresentanza” non ha nessun riconoscimento giuridico e che la Repubblica di Donetsk può essere equiparata a “Topolinia”, è solo propedeutico alla propaganda ed alla creazione di un nuovo canale di acquisizione di finanziamenti esteri. Non è un segreto infatti che tutte queste Associazioni servano per far confluire denaro dalla Russia, denaro che come è stato denunciato anche dalla Mogherini viene dal riciclaggio e dall’evasione dell’IVA e che viene reinvestito in Europa per operazioni di propaganda e destabilizzazione dei sistemi democratici, la Mogherini ha parlato di 200 milioni di dollari all’anno”, dice Voerzio.

Perché è importante parlare di quanto accaduto a Torino?

“È importante portare alla luce questo avvenimento solo nell’ottica in cui questo fatto viene inquadrato in un’ottica più ampia, che spieghi agli italiani che tutte queste azioni sono azioni ostili di un paese straniero il quale è interessato a destabilizzare il nostro sistema democratico. Putin è stato abilissimo nel sostenere tutti i partiti della destra europei come Ataka, Jobbik, Front National, Alba Dorata, AFD, Forza Nuova e così via, e nello stesso riesumando i simboli del comunismo per rassicurare i nostalgici di questa utopia.

In ogni caso, se si vuole veramente capire cosa sta succedendo nella geopolitica mondiale oggi, non si deve non conoscere la dottrina Gerasimov del 2013 o il pensiero di Aleksandr Dugin, filosofo che influenza non poco Putin e che è Presidente in Italia dell’Associazione Piemonte Russia”.

Quali possono essere le conseguenze di questo gesto, a vostro parere?

“L’apertura del centro di rappresentanza serve per verificare anche il tipo di reazione che avrà lo Stato Italiano: ad esempio in Repubblica Ceca il Ministero degli Esteri ha subito emesso un comunicato di condanna, mentre in Italia non è successo nulla. I nostri servizi di sicurezza conoscono sicuramente la situazione ma l’Italia nonostante sia un Paese dotato di una legge che persegue i foreign fighters, non l’ha mai applicata nei confronti degli italiani che combattono in Donbass, e non si tratta di piccoli numeri ma di uno dei contingenti più numerosi. Questi centri e queste associazioni hanno il compito fare  proselitismo tra gli strati più xenofobi della società e di creare consenso intorno alla “visione putiniana del mondo” grazie agli ingenti supporti finanziari che ricevono e che gli permettono di organizzare eventi su tutto il territorio nazionale ed avere buoni rapporti con molti media”.

Com’è al momento attuale la situazione in Ucraina?

“È cristallizzata, e sino a che la Russia non finirà la guerra in Siria si continua con una guerra a bassa intensità che miete morti e feriti ogni giorno, ma non fa notizia sui media internazionali. La Russia non ha i soldi per condurre due guerre allo stesso tempo, è solo un problema economico. C’è inoltre da dire che l’Ucraina non è l’obiettivo principale della Russia, è un false flag, secondo noi, in quanto il vero obiettivo sono l’Europa e i Paesi Baltici”.

19/12/2016
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