25 Aprile : Nuove (R)Esistenze
Nuove resistenze, così abbiamo deciso di chiamare il nostro 25 Aprile quest’anno. Nuove esistenze, perché vogliamo porre l’attenzione a quella fascia degli ultimi che oggi sono addirittura invisibili. La violenza e la forza con la quale i fascisti, già più di 70 anni fa, avevano sottomesso le fasce più deboli e le minoranze, sfruttandole come capro espiatorio per legittimare la violenza e la mancanza di diritti, si sta riproponendo.
Un filo rosso collega tre tappe per questa importantissima giornata. Partiremo con la fiaccolata del 24 Aprile sera con l’ ANPI. Appuntamento alle ore 20.00 in piazza Arbarello, doveun corteo colorato anche dalle bandiere arancioni dei ragazzi e delle ragazze di Acmos proseguirà fino alla lapide di Adriano Ferrero, per ricordare il ragazzo trucidato dai fascisti per non aver eseguito il saluto romano durante un corteo funebre.
Il nostro filo rosso passerà anche al Festival dell’Europa solidale e del Mediterraneo a Ventotene, perchè crediamo che i nuovi cittadini Italiani ed Europei, rifugiati salvati e accolti, insieme ai cittadini che si riconoscono nei valori dell’accoglienza, possano essere i veri protagonisti di un racconto collettivo di pratiche vincenti che vadano oltre razzismi e le discriminazioni per promuovere una cultura europea fondata sui valori della pace e dell’accoglienza.
Ma la nostra resistenza vuole arrivare anche al Presidio “La Repubblica d’Europa” in Via Leoncavallo 27, a Torino.
Condividiamo una riflessione e una proposta di azione rispetto alla situazione del porticato di Via Leoncavallo sotto la sede di diversi servizi del e anche della sede della nostra associazione, Casa Acmos, nel complesso dell’ex fabbrica Ceat. Si tratta di una situazione piccola e limitata, ma emblematica nel rappresentare diversi aspetti della realtà in cui viviamo. Si tratta del rifugio degli ultimi, esclusi perché dipendenti da alcol, perché senza documenti e stranieri, perché senza lavoro e senza casa, perché soli, ultimi in un sistema che prevede sommersi e salvati, che vede la responsabilità individuale affondare nella responsabilità collettiva. I senza dimora rappresentano tutto questo, a fronte di una politica che va nella direzione della criminalizzazione del povero e della povertà, che trasforma i diritti in meriti e privilegi.
Il primo passaggio è presidiare lo spazio vivendolo, occupandolo legalmente e in accordo con le istituzioni e con le altre realtà del territorio.Non immaginiamo che questo sia un presidio permanente a tempo illimitato, ma che possa generare cambiamento, attraverso una richiesta e una proposta politica.
L’attualità della resistenza, della difesa della carta costituzionale e l’importanza dell’impegno quotidiano nella salvaguardia della democrazia e dei diritti che essa offre ai cittadini non è un nostro diritto, ma un nostro dovere.
Per questo tutti i giorni dell’anno coltiviamo cultura democratica nelle scuole, per questo vogliamo costruire un movimento di giovani europei che sappia essere la generazione ponte tra il presente e il futuro.