
Appunti della Scuola di Quartiere: voce agli studentə
La seconda puntata degli “Appunti della Scuola di Quartiere” dà voce ai principali protagonisti della scuola: gli studenti e le studentesse, da due diversi punti di vista.
Entrambi gli spunti partono da considerazioni legate al periodo di DAD, e quindi ai problemi legati all’assenza della dimensione fisica e collettiva della scuola.
Il primo è il contributo di Rinascimento Studentesco, collettivo di giovani delle superiori, nato a Torino proprio durante il primo lockdown, che si sofferma sulla volontà di partecipazione attiva degli studenti e sugli spazi di protagonismo democratico a scuola. Il collettivo SBAM (Studenti di Buonsenso per l’Autonomia e il Merito) invece, a partire dall’assemblea di lancio della Scuola di Quartiere, mette al centro il valore del dibattito e del confronto su questi temi, che coinvolga gli studenti in primis.
Rinascimento Studentesco
Sin dalla sua prima edizione, Scuola di Quartiere è stato un vero presidio eterogeneo di persone, atto a sensibilizzare e approfondire su tutte le tematiche care alla Scuola pubblica, interessando quindi tutte le componenti di essa. Proprio per questo motivo, rappresentando ed essendo noi gli studenti, perno del nostro modello di Scuola, come Rinascimento Studentesco non possiamo che dirci orgogliosi di essere stati tra gli organizzatori di questa seconda edizione del progetto, nonostante molti dei nostri componenti fossero impegnati con gli ultimi mesi delle superiori e con l’esame di Stato. Per noi queste due settimane sono state un’occasione unica di confronto, una fonte di conoscenze e spunti sempre nuovi, un momento in cui ci siamo sentiti meno soli nel cercare di risolvere dal basso i problemi della Scuola, obiettivo che perseguiamo senza presunzioni ma pieni di passione, nonostante il tempo che viviamo sia pieno di disinformazione e disinteresse.
In questo senso, è stato sicuramente rassicurante riuscire a organizzare la prima assemblea in scaletta, che aveva come protagonisti diversi collettivi studenteschi di diversa provenienza e orientamento politico, insieme poi ad un ente neutrale ed istituzionale come quello della Consulta Provinciale degli Studenti di Torino, rappresentato quel giorno dal suo vice presidente in carica. Il tema del dibattito era il ruolo degli studenti nella comunità educante e proprio intorno ad esso si è articolata la discussione. Partendo dal ribadire che l’essenza di Rinascimento sta nella lotta per uno studente al centro di ogni situazione scolastica poiché ognuna di esse potenzialmente lo riguarda, si è poi andati avanti facendo emergere varie problematiche, come per esempio il numero di studenti nei consigli d’istituto, secondo noi troppo basso, che in pratica ci esclude da ogni decisione importante. Infatti, secondo noi più gli studenti hanno voce in capitolo, più è probabile che essi si interessino alle dinamiche scolastiche, abbattendo di molto il tasso di disinteresse e ignoranza che oggi regna tra la popolazione studentesca. A proposito di incosapevolezza degli studenti riguardo i loro problemi, pochissimi di essi conoscono i propri diritti all’interno dell’istituzione scolastica, e questo è uno dei principali difetti del sistema che noi vogliamo combattere: per esempio non interessa insegnare agli studenti ad autogestirsi in un’assemblea d’istituto e anzi queste vengono vietate, giudicate inutili in nome di un programma che deve essere terminato senza perdite di tempo, dimenticandosi così il vero e primo principio dell’andare a scuola: il saper stare con gli altri e diventare cittadini attivi, critici, sicuri e operanti nel bene della società, valorizzando la propria persona e i propri talenti. Per permettere ciò, la Scuola in primis deve presentarsi come società democratica, è oggi non lo fa pienamente.
Infatti, attualmente si hanno opportunità di dibattito soltanto grazie a presidi, professori e rappresentanti di istituto “illuminati” (termine peraltro molto usato durante le varie assemblee di SdQ), che hanno la lungimiranza di impegnarsi affinché questi momenti di riflessione si svolgano.
Dunque, affinché tutto ciò si realizzi al meglio bisogna che la scuola riconosca e stimoli le rappresentanze studentesche e i collettivi, concedendo loro spazi, tempi e libertà di cui hanno bisogno.
Un altro tema trattato è quello delle “commissioni paritetiche”, ossia commissioni composte sia da professori e studenti invece che dai soli docenti. Questa modalità è già presente in tantissime università d’Italia e crediamo che debbano essere integrate anche nelle scuole superiori su argomenti come il PCTO, su cui decidono solo i docenti e il dirigente scolastico, e i viaggi studio, troppo spesso considerati “un premio” e non un tassello fondamentale per integrare gli amatissimi programmi con un’esperienza capace di portare gioia e interesse nell’imparare e vivere insieme agli altri in maniera alternativa rispetto alle solite lezioni frontali.
Un ultimo ruolo che secondo noi dovrebbero assumere gli studenti è quello educativo nei confronti dei loro coetanei più piccoli, attraverso dei progetti di “peer education” (educazione tra pari) al fine di creare un clima di confronto sereno e di fiducia. Dopo un’adeguata formazione, può essere molto utile una tale modalità su temi come le droghe, il sesso, l’utilizzo dei social ecc.
Insomma, le righe soprastanti sono la nostra testimonianza del valore di iniziative come Scuola di Quartiere, troppo importanti per non essere fatte più spesso, troppo importanti per permettere che la Scuola cambi per sempre, per permettere una rivoluzione, che a prescindere “dall’orientamento politico” della parola, noi tutti auspichiamo.
SBAM
Secondo i tre rappresentanti di Sbam che hanno partecipato all’incontro che si è tenuto il 14 giugno presso il liceo Einstein tale incontro è stato molto interessante e utile.
E’ stato interessante ascoltare il parere degli altri movimenti riguardo al ruolo dello studente all’interno della scuola.
Riteniamo queste iniziative utili perché il dibattito è la migliore forma di confronto tra associazioni che la pensano in modo diverso e speriamo che in futuro vi potranno essere altre occasioni.
Secondo noi per cambiare la situazione degli studenti bisogna dibattere e bisogna confrontarsi in modo pacifico.
Il periodo di Dad ha messo in luce tutti i problemi della scuola italiana e ne ha fatto emergere altri.
Questo è il momento in cui bisogna risolvere i problemi della scuola e lo studente deve tornare al centro del dibattito.
Durante il dibattito si è parlato dei problemi della scuola, dell’edilizia scolastica anche attraverso le domande poste dal pubblico.
Sbam è un’associazione nata a dicembre che si pone come obiettivo quello di migliorare la situazione degli studenti perché siamo e saremo sempre al fianco di essi.