Star Wars VII è tante cose insieme: è un omaggio a chi come me entrava in quel mondo all’età di 7 anni [‘A new hope’ 1978], è il tentativo di agganciare tre generazioni di fan [ieri c’ero io, anni 44, mia figlia anni 14 e mio nipote, anni 8], è il passaggio di testimone generazionale tra la vecchia guardia e i nuovi eroi che nei prossimi film diventeranno protagonisti.

E’ riuscito tutto.

JJ Abrams è stato al solito impeccabile nel ridare forza e vitalità ad un fenomeno che, benché ormai entrato a far parte della cultura pop mondiale, si era cristallizzato e rotto in due, da una parte la vecchia trilogia con Luke Skywalker e compagni e dall’altra la nuova trilogia mal condotta da Lucas, piena zeppa di effetti digitali privi di qualsiasi calore e di personaggi a dir poco ridicoli e fuori posto come Jar Jar.

Da notare che Abrams è riuscito nello stesso intento addirittura con Star Trek, rivitalizzando due mostri sacri come il Capitano Kirk e Spock. E se pensate che Star Wars sia da nerd, potete credermi se vi dico che Star Trek è da nerd all’ennesima potenza.

Il film mi è piaciuto molto anche se l’ho visto con l’occhio un po’ distorto del fan: ho intuito alcune sbavature nella sceneggiatura ma mi chiedo: è importante? Io credo di no, e andare a guardare i particolari non può far altro che svilire il quadro generale che è una gran bella opera. I personaggi nuovi sono credibili, gli attori fanno il loro con un Harrison Ford in grande spolvero, il testimone viene passato con estrema delicatezza, addirittura tra i due droidi Rd-D2 e il bellissimo BB-8..Insomma, ci si diverte e si applaude.

E’ difficile, anzi, impossibile capire se a uno spettatore totalmente digiuno di Star Wars il film possa piacere o meno: di certo non manca lo spettacolo, il montaggio è serrato ma lascia spazio alla riflessione, la fotografia è perfetta, l’insieme è godibile anche per chi non sa cosa sia il sistema Degobah.

Ma per un fan vedere Han Solo che entra in scena sarà sempre un’altra cosa.