Sciopero studentesco

 

Barcellona – Sciopero universitario: in Spagna la parola sciopero non rimanda generalmente ad una sospensione delle lezioni da parte del corpo docente, ma ad uno sciopero degli studenti. I frequentatori delle università pubbliche si mettono d’accordo per disertare le lezioni e manifestano così il loro dissenso, generalmente occupando anche le aule in modo da non permettere in ogni caso il normale svolgimento dell’attività didattica. A Barcellona, lo scorso giovedì, qualche centinaio di studenti ha sfilato per le vie della città bloccando per diverse ore il traffico nella Diagonal, l’arteria principale della città, però non riuscendo nell’intento di ostruire l’autostrada che permette ai catalani dei paesini circostanti di confluire nel grande centro urbano. Certo è che le aule delle università, soprattutto dell’Università Autonoma di Barcellona, erano quasi totalmente vuote.

 

In Spagna il movimento degli indignados è uno dei più esposti a livello mondiale, e dei più chiacchierati, ma in Catalogna l’ultima grande manifestazione che si ricordi risale ormai a due anni fa, se non consideriamo la richiesta d’indipendenza dello scorso settembre in occasione della Diada. In quel periodo il movimento era appena nato, e la crisi era appena scoppiata: le rivendicazioni contro i governi e i fantocci dell’economia furono diffuse in tutto il Mondo, ma a poco a poco la fiamma si è spenta in molte città. Madrid continua ad essere teatro di grandi richieste, e di scontri violenti, mentre la capitale catalana sembra essersi assopita un po’. Gli universitari paiono gli unici a non arrendersi. Continuano ad esporsi per una scuola pubblica più equa, contro la possibilità di aprirsi alle imprese private, e soprattutto contro le rette universitarie che continuano a salire alle stelle. Nei giorni intercorsi tra la scorsa manifestazione e quella prevista per questi giorni, i muri e i pavimenti delle università sono stati ricoperti di scritte: l’aspra richiesta di diritti si associa quasi sempre al desiderio di indipendenza nei confronti di una Spagna che chiede alla Catalogna un patto fiscale molto duro. A detta del Presidente della Catalogna Artur Mas i Gavarro, il governo centrale spreme la ormai non più fertile regione eccessivamente.

 

Lo sciopero degli studenti nella capitale coincide con l’ennesimo sciopero dei mezzi pubblici, in particolare dei lavoratori della TMB, che nei prossimi giorni daranno vita a proteste diffuse che di fatto promettono di paralizzare la città, come già avvenuto in occasione delle festività e nella giornata storica della partita Barça-Real Madrid.

Quello che manca però è una mobilitazione della società civile: lavoratori pubblici e privati che si scontrano quotidianamente con la crisi ma sembrano aver perso la voglia di combattere. «Mi piacerebbe molto – commenta un professore universitario ad un’assemblea di studenti – che i professori decidessero di scioperare con voi e che per una settimana non facessimo lezione. A quel punto le cose cambierebbero per forza, perché daremmo troppo fastidio. Ma per ora mi sembra un’utopia». Il messaggio sembra chiaro: non darla vinta alla crisi. Però tenere la testa sulle spalle.

 
 
18/10/2012
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