SalzburgerLand – Non solo l’Italia è afflitta dagli scandali

di Enrico Corgnati

Scandali finanziari, elezioni anticipate e nuovi partiti che si proclamano unica forza in grado di risanare la politica dello Stato. Ancora la nostra “Serva Italia”? No, siamo nello Stato Federale Salisburghese, una regione austriaca grande circa come la Liguria, ma con un terzo dei suoi abitanti, in cui nel dicembre scorso è emerso uno scandalo finanziario da 340 milioni di euro. Ad esso è seguita una crisi politica che ha coinvolto i due maggiori partiti e che ha determinato la caduta del governo.

Innanzitutto è importante fare una panoramica sulle dinamiche politiche del Paese. Molti definiscono il sistema austriaco una “Democrazia della Concordanza”, basato sulla collaborazione tra le due principali forze parlamentari e sulla politica dello scambio.

Grazie a questo equilibrio, il partito social-democratico (SPÖ) ed il partito liberal-popolare (ÖVP) si alternano alla guida di governi di larghe intese dal dopoguerra. La stabilità politica ha garantito un’economia florida, anche se questo non è il primo caso in cui si riscontra una certa difficoltà nel definire le responsabilità di scelte non condivise dagli elettori o di scandali. Inoltre, in seguito agli effetti della crisi economica, che, seppur in misura minore rispetto ad altri paesi, sono arrivati anche qui, il sistema di cooperazione sembra in declino.

Ci si può porre l’interrogativo se esso possa funzionare in luoghi dove gli standard di vita sono più bassi ed i conflitti sociali più aspri.

Nell’orientamento fortemente liberale e nell’influenza del settore bancario del paese alpino si possono forse trovare ragioni del tentativo di speculazione con capitale pubblico da parte dell’Ufficio di Amministrazione Finanziaria salisburghese. In seguito ad un controllo del governo centrale, si è scoperto che il capo dello stesso ufficio, Monika Rathgeber, falsificò firme su documenti ufficiali, al fine di impiegare parte dei fondi destinati al sostegno alla casa in derivati finanziari illegali. Nel terremoto politico che ha portato alle dimissioni della Rathgeber, sono stati coinvolti anche il collega Eduard Paulus ed il Responsabile alle Finanze Pubbliche David Brenner, esponente del SPÖ, come persone informate dei fatti.

Nei giorni seguenti lo scandalo, i portavoce del partito liberal-popolare hanno annunciato la rottura della coalizione, gridando al tradimento della controparte e richiedendo elezioni anticipate, sempre negando alcun coinvolgimento nella faccenda. Il partito social-democratico, invece, ha sottolineato l’impossibilità che l’ÖVP fosse ignaro, in quanto sia la Rathgeber che Paulus sono strettamente legati a quest’ultimo.

Nell’atmosfera di poca chiarezza e di discredito reciproco dei due principali partiti, si sta svolgendo la campagna elettorale per il Parlamento Regionale, apparentemente poco importante, ma fondamentale per l’influenza sulle prossime elezioni nazionali, le quali si svolgeranno in autunno. A questa assemblea sono infatti concesse ben poche competenze e, inoltre, il Salisburghese è uno stato decisamente ricco grazie all’imponente afflusso di turisti; per i suddetti motivi i temi dei comizi e dei manifesti sono alquanto populisti e non particolarmente differenti. Detto ciò, il partito che uscirà vincitore dalla tornata del 5 maggio, guadagnerà un bonus che gli permetterà di reggere l’urto dello scandalo.

I risultati delle urne stabiliranno le possibili coalizioni, anche se è chiaro che un’alleanza semplicemente tra SPÖ e ÖVP sarebbe poco gradita all’elettorato. Dunque, nell’eventualità della vittoria dei social-democratici, si può immaginare un’intesa con i Verdi (partito ecologista che, grazie alle battaglie sulla trasparenza, sembra destinato a crescere). In caso contrario, gli sguardi verranno orientati verso il FPÖ, la destra radicale, ed il Team Stronach, partito fondato lo scorso settembre dal business-man Frank Stronach con l’intento di rivoluzionare la politica austriaca.

 

25/04/2013
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