Penati: prescritto, non innocente

 

 di Simone Bauducco

Sarebbe in carcere, se non fosse intervenuta la prescrizione. Lui grida a gran voce la propria innocenza. Si autosospende dal partito (Pd) e lascia il gruppo consigliare di appartenenza, passando al gruppo misto con la casacca di indipendente. Ma per i Pm che stanno indagando su lui le prove sono schiaccianti: “Gli atti contenuti nel fascicolo delle indagini preliminari dimostrano l’esistenza di numerosi e gravissimi fatti di corruzione posti in essere da Filippo Penati e da Giordano Vimercati nell’epoca in cui rivestivano la qualifica di pubblici ufficiali prima presso il Comune di Sesto San Giovanni e poi presso la Provincia di Milano”. Uomo forte del Pd in Lombardia, ex sindaco di Sesto San Giovanni, presidente della provincia di Milano dal 2004 al 2009, capo della segreteria politica di Pierluigi Bersani, candidato presidente per il centronisinistra, sconfitto alle regionali del 2010. Il peso politico dell’ex primo cittadino della Stalingrado d’Italia (Sesto San Giovanni) è di quelli che non passano in secondo piano. Quando poi, ad un uomo di tale livello, vengono mosse accuse di corruzione e concussione per la realizzazione di un grosso piano urbanistico su un indotto industriale dismesso (L’Area Falck), la notizia rimbalza sui più importanti giornali. Il quadro dipinto nell’ordinanza della procura brianzola racconta di imprenditori, grandi complessi residenziali e commerciali, varianti al piano di governo del territorio, favori e soldi. Tanti soldi. Secondo i Pm, denaro versato dagli imprenditori interessati nell’affare a Filippo Penati. Lui, all’epoca dei fatti sindaco della città alle porte di Milano, avrebbe utilizzato le somme frutto della corruzione per finanziare la propria carriera politica. Nella stessa inchiesta sono coinvolti politici e imprenditori, due dei quali finiti in carcere.

Ieri, il gip di Monza Anna Magelli ha respinto la richiesta di custodia cautelare per Penati, avanzata dai Pm  Franca MacchiaWalter Mapelli. La ragione ruota attorno alle date: per il Gip il reato imputabile all’ex presidente della provincia è quello di corruzione e non di concussione. Fattispecie di reato che prevede la prescrizione in 5 anni. Le dazioni di denaro, promesse o versate, sono avvenute sino al 2004. Per uno dei più importanti rappresentanti del Partito Democratico in Lombardia, nonostante i gravi indizi di colpevolezza, arriva una salvifica prescrizione.

Il mio impegno, come ho detto dall’inizio della vicenda, resta quello di ristabilire la mia onorabilità e ridare serenità alla mia famiglia” ha dichiarato Filippo Penati, motivando l’autosospensione dal partito.

Chissà se ricorrerà contro la prescrizione per chiarire fino in fondo la sua estraneità ai fatti. Sarebbe una scelta lontana dai canoni ai quali la politica italiana ci ha abituato (Pisapia a parte).

Essere prescritti, Penati lo sa bene, non significa essere innocenti.

26/08/2011
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