Non paghi la multa? A lavorare

Chi non paga la multa si ritrova a dare informazioni turistiche: succede solo a Barcellona.

Nella capitale catalana, infatti, esiste una regola interessante: chi non può, o non vuole, pagare una multa salata per un reato commesso, se alla fine del processo gli viene concesso, può scegliere di ripagare lo Stato con lavori socialmente utili. Uno dei quali, o meglio il più diffuso dei quali, è quello di stare nelle fermate della metropolitana sotterranee muniti di giacca catarinfrangente e buona volontà e dare informazioni sulle linee della metro, gli orari e via dicendo.

Juan, un ragazzo peruviano che vive e lavora da tempo a Barcellona, ha preso 480 euro di multa per eccesso di velocità.

Una sera stavo passando in macchina per una delle vie principali della città, e ho visto che c’era una volante della polizia ferma che mi ha visto passare. Non ricordo a che velocità stessi andando, ma sicuramente l’occhio umano difficilmente può calcolare esattamente la velocità di una macchina. Comunque, ho ricevuto una multa molto salata di oltre 400 euro perché il poliziotto, seppur senza uno strumento di misurazione, ha rilevato che andavo praticamente al doppio della velocità prevista.

E come sei arrivato a scegliere di non pagare la multa?

La sentenza è arrivata solo questo mese, dopo quasi tre anni, e ha stabilito appunto la cifra suddetta. Però ha anche stabilito la possibilità di ripagare lo Stato lavorando tutti i sabati per un mese come controllore/informatore nella metropolitana. Dato che potevo scegliere io il mese, ho scelto di lavorare tutti i sabati di gennaio, dalla mattina fino alle 21 di sera circa, perché la cifra mi sembrava molto alta e considero migliore l’idea di fare un lavoro per la comunità piuttosto che pagare tutto quel denaro direttamente come una multa.

Ci sono molte persone come te che fanno questa scelta?

Moltissime. Non soltanto per infrazioni stradali, ma anche e soprattutto per altre cose. Ad esempio, se una persona discute con la polizia e tocca un poliziotto, lo spinge o cose simili, si ritrova quasi sempre con multe intorno ai 6000/7000 euro che quasi mai è in grado di pagare. Allora, sceglie il lavoro socialmente utile come forma di ricompensa per lo Stato. Ci sono anche tantissimi uomini che ad esempio dovrebbero pagare un tot. di alimenti alla moglie ed ai figli, ma dichiarano di non guadagnare abbastanza per poterlo fare. Lo Stato allora si prende in qualche modo carico di questo e perlomeno li mette al lavoro per fare qualcosa di utile alla società. È una pratica molto diffusa da queste parti.

Sembra un altro Mondo, eppure è la Spagna che abbiamo accanto in Europa, nella crisi e nelle sventure: il segno di civiltà dato dai lavori socialmente utili è riconosciuto anche da coloro che non solo non possono, ma a volte scelgono, come nel caso di Juan, di pagare in forma alternativa un errore commesso.

06/02/2013
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