Minori (e) servizi

La scorsa settimana è stata presentata a Torino la seconda edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio, redatta da Save the Children.

L’organizzazione internazionale ha scelto la nostra città per divulgare a livello nazionale i dati emersi dal lavoro di ricerca perché, collegandosi all’anniversario della nascita dell’Italia, si è ripercorsa anche la storia dei mille, molti dei quali erano poco più che infanti. 

 

I dati che emergono sono allarmanti e parlano ancora una volta di un’Italia divisa, anche se in questo caso la forbice non è poi così divaricata.

Selezioniamo alcuni dati. In primo luogo l’età: Napoli, Caserta, Barletta-Andria-Trani, sono infatti le uniche province “verdi” italiane, dove si registra una percentuale di giovani fino ai 15 anni maggioritaria sugli over 65, che sono invece ampiamente prevalenti ad esempio in Piemonte, 177,7 ogni 100 con meno di 18 anni.

 

In secondo luogo la povertà: sono oltre 10 milioni i minori in Italia, pari al 16,9% del totale della popolazione e di questi 1.876.000 vivono in povertà e il 18,6% in condizione di deprivazione materiale. La crisi economica rischia infatti di pesare in primo luogo sui bambini e sugli adolescenti, in assenza di misure specifiche di tutela. Proprio le famiglie con minori hanno pagato, dal 2008 ad oggi, il prezzo più alto della grande recessione mondiale: negli ultimi anni la percentuale delle famiglie a basso reddito con 1 minore è aumentata dell’1,8%, e tre volte tanto (5,7%) quella di chi ha 2 o più figli. 

 

La fotografia della condizione dei minori in Piemonte, che sono quasi 684.000 e rappresentano il 15,3% della popolazione, ha punti di forza e punti di debolezza. Per quanto riguarda i servizi all’infanzia ad esempio, il Piemonte è in una zona media della classifica: per esempio per gli asili nido si attesta al 14,8% (percentuale di bambini fra 0 e 2 anni presi in carico dai nidi pubblici), tra il 29,5% dell’Emilia Romagna e il 3,5% della Calabria. Indice ancora una volta di un’Italia unita ma diseguale. Il percorso scolastico successivo si interrompe però per il 17,60% dei giovani dopo il conseguimento dell’attestato di scuola secondaria di I grado, senza ulteriori attività di formazione. Questo, nel nostro ruolo di educatori e di animatori d’ambiente, non può che fortemente interrogarci e preoccuparci.

Un dato invece più positivo riguarda il numero di bambini (fra i 3 e i 10 anni) che hanno la possibilità di giocare nei giardini pubblici, pari al 52%, così come migliore delle altre regioni italiane l’indicatore relativo ai minori presi in affidamento familiare in Piemonte, pari a 2 per ogni bambino accolto nei servizi residenziali. Per contro, la città di Torino si segnala per l’inquinamento dell’aria con 131 giorni di superamento del limite di PM10, polveri sospese nell’aria che penetrano nelle vie respiratorie causando problemi cardio-polmonari e asma. 

Dunque un territorio in cui ci sono elementi positivi ma su cui bisogna fortemente lavorare, al fine di rendere più vivibile il territorio per i più piccoli.

 

 A livello nazionale, nel 2011, Save the Children ha attivato un ambizioso programma di cinque anni per sviluppare ulteriormente i suoi interventi dedicati ai bambini e agli adolescenti, con l’obiettivo di rafforzare stabilmente le infrastrutture sociali e di cura per i minori, in particolare nelle aree più deprivate. Gli ambiti principali di intervento sono la lotta alla povertà minorile, la protezione dei minori a rischio di sfruttamento (come i minori stranieri non accompagnati), l’educazione e la scuola, l’uso delle nuove tecnologie, la tutela dei minori nelle emergenze. Una particolare attenzione è dedicata ai minori che vivono nel sud Italia, con l’attivazione di un programma specifico di intervento, “Crescere al Sud”, piattaforma a cui ha aderito anche Libera a livello nazionale.

 

Il sito dell’Atlante per la consultazione interattiva on-line è: QUI

Le principali mappe e la copertina dell’Atlante sono scaricabili da qui

23/12/2011
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