Mario Lodi: la sua vita e la sua pedagogia

Una foto del pedagogista mario lodi

 

Continua la Rubrica del Centro Studi. Dopo aver approfondito la proposta di legge elettorale presentata da Renzi, questa volta pubblichiamo un articolo che racconta la vita e la pedagogia di Mario Lodi, scomparso il 2 marzo scorso.

Pochi giorni fa è scomparso Mario Lodi, maestro di scuola elementare, che ha saputo trasformare la sua esperienza di insegnamento in un piccolo comune vicino Cremona, in un laboratorio di sperimentazione pedagogica e di innovazione didattica.

 

La vita di Mario Lodi

Cresciuto ed educato nella scuola di regime, viene incarcerato durante la guerra per la sua opposizione al fascismo e nel dopoguerra inizia la sua esperienza di maestro cercando di adeguare i metodi di insegnamento nella scuola pubblica ai principi della Costituzione e della democrazia: la scuola era per lui il cuore del processo di ricostruzione di una società cosciente e convintamente democratica.

La sua esperienza di insegnante lo porta a scrivere molti libri, sia di narrativa (scritti per i bambini e con i bambini), sia di indagine pedagogica a partire dalla sperimentazione diretta. Nel 1989, grazie ad un premio vinto, compra una cascina a Drizzona dove fonda la Casa delle Arti e del Gioco, un laboratorio di linguaggi e metodi pedagogici ed un centro studi sulla cultura del bambino.

 

La pedagogia di Mario Lodi

Al centro del suo pensiero pedagogico, ispirato alla pedagogia popolare e al francese Célestin Freinet, vi era la volontà di dare dignità ai bambini, di ascoltate le loro voci, di valorizzare le loro esperienze: la scuola ha bisogno di “maestri ignoranti” che sappiano imparare dai bambini e con i bambini il loro modo di leggere il mondo.

L’apprendimento partiva quindi dal mondo stesso, dalla quotidianità, dall’esperienza vissuta che stimola domande e voglia di ricerca.

Nella scuola vissuta da Mario Lodi il bambino è al centro del processo, impara giocando, utilizzando la mente e i sensi; così la classe diventa un laboratorio del “fare insieme”, ma anche una tipografia dove stampare il giornalino della scuola o un gruppo di discussione sulla Costituzione, in esperienze simili a quelle che don Lorenzo Milani applicò a Barbiana (e infatti per un certo periodo le classi di Lodi e Milani si scambiarono una fitta corrispondenza).

 

La Costituzione al centro del modello pedagogico

La scuola sperimentata da Lodi è fondata sull’educare più che sull’insegnare, è una scuola che vuole formare cittadini capaci di inserirsi nella società col diritto di esporre le proprie idee e col dovere di ascoltare le opinioni degli altri. Al centro di questa scuola vi è la Costituzione, la condivisione delle norme, dei diritti e dei doveri, che vengono messi in pratica quotidianamente in quella piccola società democratica che è la scuola.

Tra gli articoli di ricordo di Mario Lodi pubblicati in questi giorni, consigliamo Tullio De Mauro su Repubblica e Marco Rossi Doria sull’Unità.

Usa una droga illegale come la cocaina o le anfetamine, o quando qualcuno che beve troppo quanto costa avanafil in farmacia e usa una droga illegale come la marijuana, fuma marijuana, sviluppa un’erezione o si sente più attraente del solito, quindi probabilmente stanno vivendo una disfunzione erettile.

Concludiamo questa breve rassegna stampa con una frase, tratta da un estratto di un suo testo del 2005, che sicuramente ci chiama in causa, come educatori alla cittadinanza. Alla domanda sulla possibilità per la scuola di tornare ad essere portatrice di valori autentici, di collaborazione e di rispetto, risponde:

Io penso che per gli educatori autentici niente è impossibile: se noi offriamo ai bambini una scuola capace di trasformare le diversità in valori positivi, può avvenire il cambiamento della società al suo interno. Soltanto così i bambini d’oggi, che la società ha formato a sua immagine secondo le regole attuali fondate sul consumismo e la competizione, possono diventare cittadini responsabili, motivati, educati.

 

Fonti:

 

Repubblica: T. De Mauro,Addio a Mario Lodi, il maestro che giocava.

– Corriere della Sera: E. Paccagnini, Mario Lodi, tutti i colori della scuola.

– La Stampa: M.Lodi, Per gli educatori niente è impossibile.

– La Stampa: M. Baudino, Mario Lodi, l’Italia comincia dai bambini

– La Stampa: M. Belpoliti, Addio a Lodi, maestro disarmato.

– Corriere della Sera: M. Santi, Un “maestro ignorante” e i diritti dei bambini.

– L’Unità: M. Rossi Doria, Mario Lodi, maestro popolare.

– Famiglia Cristiana: E. Chiari, Mario Lodi non deve morire

 

Le rubriche precedenti:

Legge elettorale: la rubrica del Centro Studi

 

06/03/2014
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