Loro 2

Seconda parte del film di Sorrentino su Berlusconi. Silvio (T. Servillo) torna prepotentemente sulla scena, sia nella vicenda narrata sullo schermo, che nella reale politica italiana, del dopo 2006. Ha perso le elezioni per un soffio, medita come tornare al governo, contempla la corruzione e, come sempre, è assediato da uno stuolo di cortigiani e donnine, mentre con sua moglie Veronica la crisi coniugale è sempre più evidente. Lo scenario principale rimane la Sardegna, con qualche incursione altrove, vedi l’Aquila dopo il terremoto del 2009.

Sorrentino nella seconda parte di questo stralunato film, riduce la visionarietà rispetto alla prima, pur coltivando il gusto per dettagli e allusioni, nemmeno tutte riscontrabili con precisione. Il grottesco stavolta è più azzeccato, ci sono sequenze di ironia graffiante (non le sveleremo qui) e i consueti contributi tecnici della sua squadra (dalla fotografia del fido Bigazzi alla musica). I dialoghi cedono talvolta, appiattendosi su ricostruzioni didascaliche e un po’ troppo sottolineate. Il talento c’è, come sempre, inutile negarlo.

Forse doveva chiamarlo “Noi”: perchè è un grande (auto)ritratto collettivo di questo Paese, di cui Berlusconi incarna la quintessenza. Un mondo che oscilla tra chi è come lui e chi vorrebbe esserlo, anche se forse non può dirlo apertamente, perchè in fondo ha avuto il merito (o per alcuni la colpa) di sdoganare in pubblico comportamenti privati discutibili, quando non addirittura volgari o illegali, rendendoli desiderabili a chiunque. Questo fa la sua grandezza e questo non potremo mai perdonargli, in definitiva.

Finale e piano sequenza dei titoli di coda bellissimi.

10/05/2018
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