L’infanzia di un capo

Prescott, giovanissimo bambino americano, soggiorna in Francia, subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, insieme ai genitori benestanti: il padre (L. Cunnigham) è un diplomatico che partecipa ai negoziati di pace, successivi alla Grande Guerra, che sfoceranno nei trattati di Versailles; la madre (B. Bejo) una donna insicura e fortemente religiosa. Prescott è accudito dalle donne di servizio, della grande casa in campagna dove la famiglia risiede, tra cui un’anziana governante e una ragazza del luogo, che gli insegna il francese. Prescott dà subito segnali di insofferenza all’autorità e alla disciplina, che scivolano in scatti di rabbia estemporanei. Con un padre assente (per lavoro) e una madre incapace di educarlo, con le altre donne più propense a perdonarlo e dargliele vinte, piuttosto che punirlo, Prescott, dotato di una forza di volontà spaventosa per la sua età, ogni giorno cementa il proprio carattere ribelle e implacabile. Epilogo vent’anni dopo, con un Prescott ormai adulto.

Ispirato a un racconto di J.P. Sartre, suddiviso in tre parti, con una piccola premessa e una conclusione spiazzante, l’esordio alla regia dell’attore Brady Corbet sorprende per molte ragioni: un’indubbia sensibilità nelle inquadrature, un uso esemplare di musiche e fotografia, un’ottima direzione degli attori, tra cui R. Pattinson in un ruolo minore. Straordinario il giovane interprete di Prescott, nel disegnare il carattere luciferino su un viso di angelo. Sullo sfondo di una sceneggiatura ipnotica e inquietante, l’acume sottile nella rappresentazione dei negoziati di pace, tra vincitori e vinti.

Apologo terrificante sui rapporti di potere e la violenza dell’uomo. Disturba e affascina al tempo stesso!

Premiato a Venezia, in Italia uscito in versione originale con sottotitoli.

30/06/2017
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