La ragazza nella nebbia

Nel cuore di una notte di inverno, uno psichiatra (J. Reno) viene buttato giù dal letto, per incontrare l’ispettore Voghel (T. Servillo). Comincia un lungo flashback, in cui si rievoca la scomparsa della giovane Anna Lou, sedicenne dai capelli rossi, sui cui la polizia ha indagato nelle settimane precedenti. Le indagini di Voghel si incrociano con una comunità montana molto chiusa, con una confraternita religiosa molto forte, con l’attenzione morbosa che i media riservano alla vicenda, ispirati dallo stesso ispettore, e con il sospettato numero uno, un professore di liceo (A. Boni), che pare l’assassino ideale. Voghel è convinto della sua colpevolezza e tutto sembra essere semplice. Tuttavia, a mano a mano che la storia viene ricostruita, emergono le contraddizioni, le ambiguità dei protagonisti, le zone d’ombra e le meschinità dei personaggi. Epilogo con doppia sorpresa.

Donato Carrisi, scrittore di successo, esordisce alla regia con un film tratto dal suo omonimo romanzo bestseller del 2015. Lo fa con una materia narrativa che parte bene, ma che nel dipanare la vicenda si ingarbuglia e perde tono. Cast di tutto rispetto, dove Servillo se la cava col solito mestiere (forse eccessivo) e gli altri interpreti sono fuori fuoco. All’attivo una bella fotografia, meno riuscito l’uso enfatico delle musiche e di certi passaggi del racconto. Ambientazione nella neve, con molteplici omaggi: impossibile non pensare a Twin Peaks, su tutti.

Un film riuscito a metà, peccato.

27/10/2017
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