Il viaggio

Il reverendo Ian Paisley (T. Spall), anziano leader del Partito Unionista Democratico e Martin McGuinnes (C. Meaney) dello Sinn Féin, braccio politico dell’IRA, si trovano insieme a dover viaggiare sulla stessa auto, in una piovosa giornata del 2006, mentre il mondo osserva i negoziati di pace tra irlandesi del nord e del sud, che si svolgono sotto l’egida inglese di Tony Blair. I due sono ai vertici della trattativa, ma c’è un problema: si odiano e non si rivolgono parola da trent’anni, accusandosi vicendevolmente delle peggio cose. Sono costretti a un viaggio in auto fino all’aeroporto di Edimburgo, dove il reverendo Paisley deve assolutamente prendere un volo. Durante il tragitto, McGuinnes, più incline alla battuta, cercherà di convincere Paisley, austero, dannatamente ostinato e taciturno, a sbottonarsi e, magari, a cominciare ad accordarsi. La cosa si rivelerà più difficile del previsto.

Ispirato a un fatto vero, molto british per ambientazione on the road e umorismo, “Il viaggio” (in originale The Journey) è un film molto parlato, affidato a un mirabile duetto di recitazione. Discutibile fin che si vuole, nel ricostruire la contrapposizione ruvida tra due acerrimi nemici, per decenni sui lati opposti delle barricate, offre interrogativi filosofici e pratici, molto reali: in una guerra civile si può stabilire chi ha torto e chi ragione? L’IRA è stata un’organizzazione terroristica? Ci si può fidare degli ex falchi che diventano colombe? Il compromesso politico è un tradimento della propria gente e dei propri principi? E si potrebbe andare avanti…

Verboso, ma necessario, senza giudizio perchè nessuno è innocente in quella vicenda. Titoli di coda che raccontano i fatti successivi a quella giornata.

Una storia che vale la pena conoscere, per molti aspetti incredibile.

30/03/2017
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