Il nuovo decreto "svuota carceri"

“Venerdì, o al massimo sabato, il governo farà un decreto legge”, così il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri in un’intervista comparsa sul quotidiano La Stampa il 12 giugno scorso.
La materia del decreto è il carcere. La necessità dell’intervento è dovuta allo stato insostenibile in cui vive la popolazione dei detenuti italiani e del personale che gestisce i penitenziari: quasi 67 mila persone stipate in spazi concepiti per 44 mila. Strutture fatiscenti, condizioni disumane che la Corte Suprema di Giustizia di Strasburgo ha più volte condannato, imponendo all’Italia di trovare una soluzione entro il maggio del 2014.
Le vie immaginabili sono solo due. La prima: aumentare la capienza dei penitenziari. La seconda, modificare le leggi che hanno generato questi numeri e tornare a usare il carcere come extrema ratio.
Il decreto annunciato dalla Guardasigilli intende percorrere entrambe le strade.
Le modifiche che porterebbe prevedono: l’uso di misure alternative al carcere per crimini puniti con pene fino ai 4 anni (oggi la soglia è 3 anni) e per un numero maggiore di reati che fino a oggi non potevano beneficiarne.
Il decreto prevede l’aumento dello sconto di pena: si passerebbe dai 45 giorni ogni sei mesi di buona condotta a 60 giorni (due mesi ogni quattro scontati), per tutti i reati compresi quelli gravi.
Un accesso garantito al lavoro esterno al carcere, dopo aver scontato un terzo della pena.
Infine, un intervento deciso sulle leggi che carcerizzano la tossicodipendenza. I detenuti tossicodipendenti condannati per reati non gravi non andranno in carcere ma faranno lavori di pubblica utilità.
Il risultato immediato sarebbe la liberazione di circa 3500 detenuti: un filo d’aria. Utile giusto per l’estate in arrivo.
I risultati a lungo termine.
Le misure alternative, come dicono coloro che in carcere ci lavorano, sono la risposta alla ricerca di sicurezza. A fronte di un tasso medio di recidiva del 68% di quanti hanno trascorso la pena in carcere, la percentuale di coloro che sono rientrati in carcere tra chi ha beneficiato di misure alternative alla detenzione è del 19%.
L’aumento dello sconto di pena non solo velocizzerà l’uscita dai penitenziari ma darà al detenuto l’idea che la buona condotta possa essere risposta utile alla condanna.
Il principio di riqualificare i detenuti dando loro lavoro e proponendo la cella come posto a cui tornare solo per dormire permette non solo di aumentare lo spazio nelle carceri ma fa sì che queste persone vengano reinserite in un circuito sociale. Lo stesso in cui dovranno prima o dopo tornare a vivere.
In questi giorni la Corte di Cassazione sta indagando sulla presunta incostituzionalità del metodo di approvazione (inserimento delle norme nel ddl sulle Olimpiadi) oltre che sulla disuniformità di trattamento (tabella unificata delle sostanze) della legge Fini-Giovanardi sul consumo di sostanze. La Fini – Giovanardi da sola ha prodotto grossomodo un terzo dei detenuti attuali. Se si riuscisse ad abrogare anche la ex Cirielli (che impedisce in caso di recidiva il ricorso alle misure alternative) i penitenziari tornerebbero a respirare profondamente. Ed è proprio quello a cui punta il decreto Cancellieri: far cadere il limite dei reati di lieve entità e ottenere per i circa 15.000 mila tossicodipendenti, e altri 20.000 tra consumatori saltuari e piccoli spacciatori, che si trovano in carcere, l’accesso alle misure alternative per reati non socialmente pericolosi.
Infine, tra dieci giorni la Camera voterà il ddl sulla “messa in prova” che prevede un risarcimento tramite lavori socialmente utili al posto di processo e condanna detentiva, per pene fino a 4 anni. Novità di questi giorni è la proposta (che verrà inserita in questo decreto) di dare ai giudici la possibilità di assegnare pene domiciliari per reati minori con condanne fino ai sei anni.

Nonostante l’urgenza e il modo che un decreto legge impone, quanto a operatività, la soluzione al problema delle carceri italiane sembra ancora molto distante. Basti considerare che solo la Lega ha presentato ben 172 emendamenti al precedente decreto svuota carceri del ministro Severino. L’indulto sembra ancora cosa impensabile. Speriamo non si risolva tutto in gare d’appalto per la creazione di nuovi penitenziari o di un’imbiancata a vecchi ruderi caduti in disgrazia.

14/06/2013
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