Era d’estate

Agosto 1985, Palermo: dopo gli omicidi di Beppe Montana e Ninni Cassarà, visto l’elevato rischio per la propria incolumità e quella dei loro cari, Giovanni Falcone (M. Popolizio) e Paolo Borsellino (B. Fiorello) sono portati via di forza dalla Sicilia e trasferiti insieme alle rispettive famiglie, sull’isola dell’Asinara. Il provvedimento non nasce solo dall’esigenza di proteggerli, ma anche e soprattutto dalla necessità per i due magistrati di concludere in pace l’ordinanza del Maxi processo. E così, perennemente sorvegliati da uomini armati, alloggiati nella foresteria del corpo forestale dello Stato, Giovanni e Paolo, pur tra molte difficoltà e apprensioni verso i loro congiunti (in particolare lo stato psicofisico di Fiammetta, figlia di Borsellino) riprenderanno il loro lavoro, che porteranno a termine, in tempo.

Film anomalo, prodotto da Rai Cinema e Domenico Procacci, che ribalta il classico punto di vista della narrazione sugli “eroi” dell’antimafia, per altro su un episodio non troppo conosciuto della vicenda umana dei due magistrati: la scelta di raccontare, in toni intimi e crepuscolari (in tutti i sensi, viste le molte scene notturne, al chiaro di luna), la dimensione privata di due uomini pubblici, i risvolti famigliari fatti di tensioni, preoccupazioni, affetto, confidenza, grande amicizia, si vede raramente sul grande schermo. Nonostante la bravura dei due protagonisti, le belle musiche di Catalano, il film non è una perla della cinematografia, nemmeno quella di impegno civile. Spiace ammetterlo, ma forse è solo l’ennesima riprova di quanto sia difficile parlare dei “buoni”, di quanto si rischi la deriva agiografica (ma non è questo il caso!), di quanto possa suonare artificiosa la narrazione che si avventura sul crinale della quotidianità spiccia, di due magistrati che hanno lottato contro la mafia. Può sembrare un po’ tutto didascalico, inamidato, senza capacità di scaldare il cuore. Scritto dalla regista Fiorella Infascelli, con la consulenza di Attilio Bolzoni, tra gli altri.

Nelle sale oggi, in occasione del 23 maggio e dell’anniversario della strage di Capaci, e domani. Scelte di distribuzione, al netto della critica estetica, davvero incomprensibili.

23/05/2016
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