Citizen journalism in Egitto

Down Town, Cairo.

Finalmente ci avviciniamo a Piazza Tahrir. Una giornata densa di lavoro, in cui non sono mancati i classici virus intestinali che tanto ossessionano gli europei. Dopo aver incontrato, nella giornata di ieri, tre realtà diversamente impegnate in campo culturale (Cultural Resource, Tak3eeba Center, Matatah), oggi è toccato a Mosireen.

Un collettivo che pratica il cosiddetto Citizen Journalism, legalmente inesistente ma già famoso in tutto il mondo (www.mosireen.org): videocamere, fotocamere e cellulari alla mano, ciascuno a seconda dello strumento posseduto, questi intrepidi ragazzi documentano l’evoluzione delle proteste in Egitto, a partire dal gennaio scorso, quando iniziò la rivoluzione. L’obiettivo è fornire alla maggior parte possibile di cittadini egiziani le competenze minime per condividere materiali, anche amatoriali, all’interno del collettivo, che si occupa di produrre documentari. Questi video spesso vengono richiesti e utilizzati da testate straniere. In alcune occasioni, come il massacro di trenta copti nello scorso ottobre, sono stati gli unici a raccontare la verità nel Paese, contrastando il blocco mediatico. I video hanno licenza Creative Commons e nei casi in cui presentano immagini troppo crude si preferisce non divulgarli per evitare conseguenze politiche.

Si parla anche della figura dell’attivista-giornalista, che, a detta dei rappresentanti di Mosireen, si differenzia da quella del giornalista professionista perché sta dentro gli eventi. Il reporter medio infatti, secondo i videomakers, sempre più si tiene fuori dalle situazioni pericolose. Dopo una prima fase di mera documentazione, il collettivo ha deciso di girare il Paese per divulgare le proprie conoscenze tecniche tramite appositi workshop, e soprattutto per lavorare sui temi che stanno dietro le proteste, in quanto considerati, in una prospettiva di lungo periodo, una priorità: il diritto alla casa e ad una vita dignitosa, gli equilibri economici e geopolitici, il diritto di voto.

Mosireen è aperto a chiunque voglia fornire un contributo e scambiare esperienze, e a chiunque voglia tradurre nella propria lingua i video prodotti (sono su Youtube con un proprio canale).

22/06/2012
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