Berlusconi-Gheddafi: una storia di amicizia ed affari

 di Simone Bauducco

Un volo di Stato portò Silvio Berlusconi in Libia, come presidente del Consiglio Italiano, il 30 agosto del 2008. L’occasione è la firma dell’accordo diplomatico e commerciale chiamato “ il trattato amicizia, partenariato e cooperazione, atto che suggella la “pace” tra i due Stati per il periodo coloniale fascista. I finiani criticarono tanta reverenza dimostrata a Gheddafi da parte di Silvio Berlusconi. In tutta risposta, il premier rispose: “chi critica è prigioniero del passato”. Dal palco non esitò a dichiarare al mondo che: “Quando due popoli ritrovano l’amicizia, questo avviene a vantaggio di tutti. E’ grazie a questo che l’Italia ha potuto risolvere la crisi dei visti ed è stato possibile contrastare la tratta dei clandestini dall’Africa all’Europa”.

 

 

Il 10 giugno del 2009, Villa Pamphili, a Roma, è stata trasformata nel regno di Muhammar Gheddafi. Tende berbere sorgevano nello splendido parco romano, simbolo della potenza e del prestigio esercitato dal rais libico sul suolo italiano.

Silvio Berlusconi aveva definito il capo di stato libico come “un leader di grande saggezza” sottolineando di essere legato al colonnello da “vera e profonda amicizia”.

  

Il 27 luglio 2010 a parlare sono le immagini. Al vertice della Lega Araba di Sirte, Berlusconi accoglie il dittatore libico con un baciamano. Fatto ripreso in tutto il mondo.

 

Il 30 agosto di quest’anno, in piena guerra Libica, Silvio Berlusconi rilascia una dichiarazione che trova spazio su ogni giornale: “Mi vuole morto, perché così Gheddafi ha deciso. Lui me l’ha giurata”. Reazione dettata dalla scelta del nostro paese di intervenire nel conflitto.

 

 

Il 20 ottobre 2011 Silvio Berlusconi, dopo aver appreso la notizia dell’uccisione del Colonnello Gheddafi, dichiara: “Sic transit gloria mundi”. L’espressione latina viene utilizzata in occasione della scomparsa di personaggi carismatici.

 

Esiste poi un legame tra i due che sopravvive alla morte di Gheddafi. Ed è di natura economica. Amici e soci. Dal 2009, il rais aveva infatti una partecipazione sociale nella Quinta Communications, realtà fondata da Berlusconi per la distribuzione di film.

 

Ma non bisogna dimenticare il “Bunga Bunga“. Voci raccontano che Berlusconi abbia copiato il rituale al Colonnello. Forse, per aver ispirato il rituale che allieta le serate del presidente del Consiglio tra Villa Certosa, Arcore e Palazzo Chigi, Berlusconi sarà grato per sempre al dittatore libico.

21/10/2011
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