And the winner is…

La vecchia (e superata) formula hollywoodiana per il massimo premio, nell’industria del cinema, già ieri sera incoronava il principale favorito, del Pd: Piero Fassino. Già, perchè con oltre il 55% dei consensi, l’ex segretario nazionale dei DS, sarà lo sfidante di centrosinistra, per la poltrona di primo cittadino, il maggio prossimo, a Torino. A dispetto delle previsioni più fosche, dei timori di alcuni osservatori, del rischio exploit degli outsider e di qualunque scaramanzia cabalistica, ieri le urne hanno sancito il più scontato dei verdetti, anche più classico di quello degli Oscar del cinema, assegnati nella notte. Il personaggio più forte in gara ha vinto. E lo ha fatto, doppiando  il suo principale avversario Davide Gariglio; Gianguido Passoni, sostenuto da una parte di Sel, si piazza al terzo posto. In coda Michele Curto, che supera di poco il 4% di voti e Silvio Viale, candidato bandiera per i radicali, che non arriva all’1%. Grandissima la partcipazione (quasi 53mila votanti), che in effetti era la vera incognita su queste elezioni, e che evidenzia, tra le altre cose, un alto afflusso di anziani e, per contro, una poca partecipazione giovanile.

Fermiamoci a riflettere, ora, per un momento.

Domani comincia marzo, le elezioni “vere” saranno tra due mesi e mezzo. Ora è il momento di tirarsi su le maniche, passata l’euforia o la delusione, e lavorare perchè una candidatura come quella di Fassino faccia due cose. Da una parte implementi i punti di forza: finalmente discutendo di programmi e di contenuti, che ora sì diventano fondamentali. In secondo luogo, Fassino scelga di unire, dove ci sono state divergenze: puntando al coinvolgimento dei giovani, al sostegno della più ampia maggioranza, al richiamo dei disillussi o astenuti, che solo un anno fa erano il 30% dell’elettorato.

Con queste speranze, facciamo gli auguri a Fassino, per la sua campagna elettorale, anche per superare l’esperienza Chiamparino, degli ultimi dieci anni. Perchè Torino non può più aspettare: e il suo futuro, non volendo fare la fine di Detroit, è più che mai scritto nelle scelte che si faranno adesso.

Una cosa è certa: non staremo a guardare. Continueremo a lavorare, per fare pesare i temi a noi più cari, per creare una città più solidale, vivibile, trasparente e giusta. Speriamo che Fassino voglia andare in questa direzione.

Buon lavoro, Piero!

28/02/2011
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