A colpi di Commissioni Antimafia

 

Di Pierluigi Ubezio

 

Venerdì mattina, presso la provincia di Torino, ha avuto luogo una conferenza stampa organizzata dal Gruppo Consiliare dell’Italia dei Valori; il Gruppo ha infatti intenzione di portare all’attenzione del Consiglio l’istituzione di una Commissione Provinciale Antimafia, a pochi giorni dall’inizio dei lavori dell Commissione Comunale Antimafia messa in campo dal Comune di Torino.

Erano presenti Roberto Barbieri, primo firmatario della proposta di mozione, Raffaele Petrarulo, il capogruppo in Consiglio, e Andrea Buquicchio, capogruppo dell’IDV in Regione.

La mozione sarà portata all’attenzione del Consiglio, e si vedrà se verrà approvata o meno.

Preme sottolineare (più di una volta e con la penna rossa) che nonostante le intenzioni siano certamente buone e meritorie, il metodo è quantomeno discutibile, e quanto emerso dalla conferenza stampa non è molto confortante.

 

Alla domanda se la Commissione avrebbe potuto ospitare dei tecnici esterni, la risposta è stata molto – direi troppo – vaga. Esponenti di associazioni che si occupano attivamente di antimafia da decenni, magistrati, esponenti delle forze dell’ordine, giornalisti, docenti universtari, avvocati  oppure persone della società civile che purtroppo con le mafie hanno dovuto fare i conti non dovrebbero mancare a simili tavoli. 

L’efficacia di uno strumento come questo dipende dalle competenze messe in campo e dai poteri di monitoraggio: Benvenuti in Italia per prima ha proposto l’istituzione di commissioni antimafia in tutti gli organi di amministrazione pubblica, e il nostro giudizio sull’operato di tali commissioni sarà dato in base a questi criteri: competenze messe in campo e capacità di monitoraggio effettivo.

Stupisce purtroppo la leggerezza con cui certi argomenti vengono trattati: Il Consigliere Regionale Andrea Buquicchio, citando Giovanni Falcone, ha espresso il pensiero che in certi casi attendere i tre gradi di giudizio per impedire a chi è stato condannato di continuare ad amministrare la cosa pubblica è una prassi malsana.

Peccato che Il Consigliere Buquicchio sieda nello stesso Consiglio Regionale in cui siede Michele Giovine, condannato a due anni e 8 mesi per le firme irregolari per l’accettazione delle candidature alle ultime elezioni regionali in Piemonte.

Ecco le Commissioni a cui il Consigliere Giovine partecipa:

 

Purtroppo il Consigliere Buquicchio, sollecitato su questo tema, ha risposto che il caso Giovine è un caso di poco conto. Il termine esatto è stato ‘Marginale’.

Non paiono marginali 27.000 voti conquistati da una lista messa in piedi con simili modalità, soprattutto tenendo conto del fatto che Roberto Cota ha vinto con uno scarto di 9.000 voti.

Speriamo che la marginalità della novella commissione provinciale antimafia possa essere minore di quella della vicenda Giovine.

 

02/04/2012
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